Il contenuto di questo sito può essere riprodotto solo a condizione che ne venga citata chiaramente la fonte, che non venga utilizzato a scopi commerciali e che non venga alterato o trasformato.

venerdì 20 gennaio 2012

Zuppa di lenticchie, limone e menta

Buona minestra dal vago sapore mediorientale. L'insolito mix di ingredienti (tradizional-esotico) la rende, a parer mio, assai attraente e meritevole di essere provata almeno una volta. L'ho scoperta sul blog di Francesca, che ne dava una sua versione prendendo come spunto quella di Nigel Slater, cuoco e food writer inglese. Ecco la mia interpretazione, che si discosta un po' da quella di Slater per l 'uso moderato dell'aglio e per la cottura degli spinaci direttamente nella minestra, senza il preventivo passaggio in padella .

Ingredienti per 3-4 persone:
1 cipolla ramata
1 spicchio d'aglio
2 cucchiai di olio extravergine
50 g di pancetta a dadini
un ciuffetto di prezzemolo tritato
250 g di lenticchie di Castelluccio
150 g circa di spinaci novelli
brodo vegetale
sale, succo di limone, un mazzetto di menta

Mettere le lenticchie in un colino e risciacquarle sotto un getto di acqua corrente. Tritare finemente la cipolla e farla crogiolare, in pentola a pressione, con l'olio. Quando comincerà ad ammorbidirsi, aggiungere l'aglio, tritato finemente, il prezzemolo e la pancetta. Far insaporire per qualche minuto, poi unire le lenticchie e mescolare bene. Allungare con un litro di brodo vegetale caldo, chiudere il coperchio e, al fischio, calcolare 20-25 minuti di cottura. Dopo questo tempo le lenticchie, se di Castelluccio, saranno perfettamente cotte ma ancora integre. A questo punto, gettare nella minestra le foglioline di spinaci, facendole appena appassire per un minuto e regolare di sale. Spegnere il fornello. Condire con il succo di mezzo limone (o di più, se piace) e con un trito fine di foglioline di menta. C'est tout!

giovedì 19 gennaio 2012

Dolci a occhi chiusi: Rehrücken di Mariapaola


Il nome di questo dolce, un classico della pasticceria austriaca, significa "sella di capriolo"; il suo aspetto, infatti, ricorda un arrosto di selvaggina ben lardellato. Per ottenere questa bella forma si può ricorrere allo stampo specifico, oppure a quello per Amor polenta o, in mancanza di entrambi, ad un normale stampo da cake lungo circa 22 cm. La ricetta proviene dal libro della mia amica Mariapaola, "Dolci a occhi chiusi", un agile volumetto colmo di ricette di sicura riuscita perché, oltre ad essere state più volte testate, sono descritte in maniera minuziosa. Questa è la mia versione, per la quale ho usato lo stampo da Amor polenta, avendo regalato quello specifico da Rehrücken a mia madre.

Rehrücken di Mariapaola
40 g di farina
80 g di zucchero
3 uova
80 g di mandorle, pelate e macinate finemente
70 g di cioccolato fondente grattugiato
la scorza grattugiata di 1/2 limone
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaiata di scorza di cedro candito, tritata
un pizzico di sale

Per rifinire
100 g di cioccolato fondente
60 g circa di mandorle pelate intere

Imburrare con molta cura lo stampo e cospargerlo di pangrattato (o biscotti macinati). Riunire in una terrina lo zucchero, 1 uovo intero, 2 tuorli, il sale, la cannella e la scorza di limone grattugiata. Battere con le fruste elettriche fino ad avere una massa soffice e ben montata. Aggiungere, sempre continuando a battere, le mandorle tritate e il cioccolato grattugiato; infine la farina, fatta cadere a pioggia attraverso un setaccino. Accendere il forno e portarlo a 180°C. Montare a neve ferma i due albumi e incorporarli al composto con delicatezza, usando una spatola di silicone. Versare il preparato nello stampo, livellarne la superficie e passarlo in forno per circa 30 minuti. Verificare la cottura con il solito sistema dello stecco di legno conficcato al centro del dolce: dovrà uscirne asciutto. Sfornare il dolce e lasciarlo per qualche minuto nello stampo; infine capovolgerlo su una gratella e attendere che si sia raffreddato. Decorazione: fondere il cioccolato a bagnomaria o nel MO; versarlo sopra la torta fino a rivestirla completamente. Decorare con le mandorle inserite verticalmente, per metà, nelle vallette delle scanalature e a intervalli di 3-4 cm. Se avete usato uno stampo da cake disponete le mandorle come vi detta la fantasia.

Annota bene: io ho trovato qualche difficoltà ad inserire le mandorle nel dolce (rimane abbastanza consistente) ed ho ovviato all'inconveniente praticando tanti taglietti con la lama di un coltellino ed inserendo, successivamente, le mandorle, tagliate, con pazienza certosina, a metà per il lungo . Mia madre, che ha preparato anch'essa il dolce e me lo ha fatto assaggiare nel corso di una nostra visita, ha sostituito la scorza di cedro con doppia quantità di scorza candita di arancia. Devo dire che anche la sua versione era ottima.

martedì 17 gennaio 2012

Sbianchire le frattaglie di pollo


Inauguro questa nuova rubrica (Trucchi e astuzie in cucina) con un suggerimento che ho sentito quest'estate durante la replica di un vecchissimo programma della RAI e che ho messo in pratica lo scorso dicembre, mentre preparavo i tradizionali paté natalizi. Il consiglio proveniva dallo chef Pedrotti, presenza costante all'interno di una seguitissima trasmissione degli anni '80, "Menu di stagione", condotta da Giusi Sacchetti (più sotto troverete un paio di filmati dell'epoca) e andata in onda il 5 gennaio 1981. Normalmente, quando preparo i fegatini di pollo per il paté, faccio loro un trattamento preliminare un po' lunghetto: mondo i fegatini dal grasso e da eventuali residui di fiele; li risciacquo sotto acqua corrente, mettendoli poi a spurgare in una bacinella colma d'acqua per un'oretta, rinnovando l'acqua un paio di volte. Solo a quel punto, dopo averli accuratamente asciugati, procedo a cuocerli. Il sistema dello chef Pedrotti è più rapido e devo dire, dopo averlo messo in pratica, che non ho notato differenze di sapore tra i miei paté del passato e quelli del presente. Ma ecco cosa suggerisce lo chef:

Sbianchire fegatini, rognoni, cuori di pollo: risciacquarli molto bene in acqua corrente. Diluire un cucchiaio di farina bianca in una tazza di latte. Immergervi le frattaglie. Nel frattempo, mettere a bollire dell'acqua, salarla, scottarvi le interiora per un minuto. Così facendo, le frattaglie verranno sbianchite e non conserveranno quel caratteristico sapore e odore "di sterco", cosi' disse il cuoco con espressione colorita.

Annota bene: per il mio paté 2011, ho usato solo fegato di vitello e fegatini di pollo, trattandoli preventivamente come descritto. E voi come fate?



sabato 14 gennaio 2012

Crespelle verdi ripiene

Questa versione "in verde" delle classiche crespelle l'avevo preparata lo scorso autunno, quando le mie piante di borragine erano ancora in piena produzione. In mancanza di tale ortaggio, potete tranquillamente utilizzare delle foglie tenere di spinacio. E' un piatto confortante, famigliare, molto adatto a queste giornate di gennaio che cominciano ad essere veramente fredde. E cosa c'è di meglio, con questo tempo, di un buon piatto gratinato al forno?


Per ottenere una dozzina di crespelle occorreranno:

130 g di farina 00
un pugnetto di foglie di borragine (50 g circa)o spinaci novelli
2 uova medie
250 ml di latte fresco
un pizzico di sale
noce moscata
20 g di burro fuso + un extra per ungere il padellino

Scottare per due minuti le foglie di borragine in poca acqua bollente; scolarle, strizzarle benissimo e farle raffreddare. Frullare le uova con la borragine, poi versare il preparato sulla farina e mescolare con un frustino, aggiungendo gradualmente tutto il latte e, infine, il burro fuso. Salare e profumare con una grattugiata di noce moscata. Se l'impasto vi sembrerà con qualche grumo, dare una passata con il frullatore ad immersione. Far riposare per una mezz'oretta. Al momento opportuno, scaldare un padellino antiaderente(18 cm di diametro)appena unto con poco burro, versarvi un mestolino di pastella, far ruotare il padellino affinché il composto si spanda su tutto il fondo. Quando si sarà rassodato, girare la crêpe e farla cuocere anche sull'altro lato. Tutta l'operazione dovrà durare pochissimi minuti. Impilare le crêpes su un piatto man mano che vengono cotte.

Ripieno:
500 g di ricotta di pecora
100 g di toma piemontese
150 g circa di prosciutto cotto
una cucchiaiata di parmigiano grattugiato
sale, pepe bianco, noce moscata

Tritare il prosciutto al coltello; ridurre a dadini la toma. Passare la ricotta al setaccio e mescolarla al prosciutto e ai formaggi. Condire con sale, pepe e una grattugiata di noce moscata. Se il composto fosse troppo sodo, ammorbidirlo con qualche cucchiaio di besciamella.

Salsa besciamella:
350 ml di latte
25 g di burro
20 g di farina
sale e noce moscata

Fondere il burro in una casseruolina; stemperarvi la farina e, dopo un minuto, versarvi sopra, poco alla volta, il latte freddo. Portare a bollore e cuocere la salsa per 5 minuti. Salare e profumare con la noce moscata.

Montaggio:
Ungere con un po' di burro una pirofila da forno. Stendere sul tagliere una crespella, spalmarla con il composto, chiudere a ventaglio o a cannellone. Distribuire sul fondo della pirofila qualche cucchiaiata di besciamella, riempire con le crespelle e completare con la salsa rimasta. Spolverare con una manciata di parmigiano grattugiato. Cuocere in forno caldo a 200°C per circa 20 minuti.


mercoledì 11 gennaio 2012

Biscotti viennesi al cioccolato

Una straordinaria sensazione di friabilità accompagnata da un gusto pieno di cioccolato. Dopo averli assaggiati, non saprete più rinunciare a questi frollini dal sapore incredibile e dall'aerea consistenza che, ne sono sicura, diventeranno i vostri biscotti al cioccolato preferiti. La ricetta e' del maestro cioccolatiere belga Jean-Pierre Wybauw, chef e pasticcere di fama mondiale, che ha pubblicato parecchi libri sull'argomento cioccolato.


BISCOTTI VIENNESI AL CIOCCOLATO da una ricetta di Jean-Pierre Wybauw

125 g di burro (morbido)
70 g di zucchero a velo
20 g di zucchero vanigliato
175 g di farina 00
25 g di maizena
10 g di lievito per dolci
75 g di cioccolato fondente (al 52% di cacao)
50 g di latte

Fondere il cioccolato a bagnomaria o nel microonde. Battere, con la frusta a K della planetaria o con un cucchiaio di legno, il burro con gli zuccheri, fino ad avere un composto soffice e spumoso. Setacciare la farina con la maizena e il lievito (io metto anche un pizzico di sale) e incorporare le polveri al mélange di burro e zucchero. Aggiungere il latte e il cioccolato fuso ormai quasi freddo. Preriscaldare il forno a 170°C. Mettere il composto in una sacca da pasticceria munita di bocchetta spizzettata e sprizzare delle forme a zig-zag su due placche rivestite di carta forno. Se possibile, e in questa stagione è l'ideale, far raffreddare i biscotti sul davanzale della finestra almeno mezz'ora prima di infornarli: manterranno meglio la forma. Cuocere per 12-15 minuti. Togliere dal forno e lasciar raffreddare i biscotti sulle placche. Una volta freddi, pennellarli a metà con il cioccolato fuso (occorreranno circa 150 g di cioccolato fondente al 52% di cacao).

Con queste dosi si ottengono circa 24-25 biscotti.

sabato 7 gennaio 2012

Cavolini di Bruxelles con castagne e pancetta

Ottimo contorno per arrosti e polpettoni invernali. I cavolini di Bruxelles, in genere, non sono molto amati in casa nostra, ma insieme alle castagne e alla pancetta risultano convincenti. La ricetta è presa a prestito da Nigella Lawson, con dosi personalizzate.

Cavolini di Bruxelles con castagne e pancetta (contorno per 4 persone)



350 g di cavolini di Bruxelles
250 g di castagne precotte conservate sottovuoto
100 g di pancetta dolce a dadini
un cucchiaio di olio extravergine
una noce di burro
2 dita di Marsala secco
sale, pepe nero del mulinello
qualche rametto di prezzemolo

Mondare i cavolini, privandoli delle prime foglie e incidendo il torsolo con un taglio a croce (favorirà la cottura). Lavarli accuratamente e lessarli in acqua bollente salata per circa 7 o 8 minuti (dovranno essere cotti ma ancora sodi). Nel frattempo, scottare per 2 minuti in acqua bollente anche le castagne. Scolare cavolini e castagne e tenere da parte. In un largo tegame scaldare l'olio; farvi saltare la pancetta finché sarà ben dorata e croccante. Aggiungere allora una noce di burro e, quando questo sarà sciolto, le castagne, facendole insaporire per qualche minuto e schiacciandole con un cucchiaio di legno pe rridurle in tocchetti. Sfumare con il Marsala. Unire i cavolini e lasciare sul fuoco per circa 3 o 4 minuti, allungando con un po' di acqua bollente se il composto tendesse a restringersi troppo. Correggere di sale e profumare con una generosa macinata di pepe nero. Guarnire con poco prezzemolo tritato e portare lestamente in tavola.

venerdì 6 gennaio 2012

Brodo vegetale ristretto, adatto per il salmone


Poco prima di Natale siamo stati ospiti a cena dai nostri amici Francesco e Pinuccia. La Pina va giustamente famosa per la sua cucina leggera ma saporita e, anche in questa occasione, non si è smentita. Oltre ad un risotto ai carciofi davvero buono ma, al tempo stesso, dietetico, la sorpresa sono stati questi tranci di filetto di salmone cotti in un brodo vegetale ristretto. Pinuccia mi ha detto di aver avuto la ricetta, tantissimi anni fa, dal personale di "da Claudio, la pescheria dei milanesi", il negozio di pesce più famoso di Milano. Devo dire che il tocco dell'aceto, messo in modesta quantità, esalta e sgrassa allo stesso tempo il sapore del salmone: brava Pinuccia!

BRODO VEGETALE RISTRETTO, ADATTO PER IL SALMONE
1 gambo di sedano
2 carote
1 piccola cipolla
1 porro
2 spicchi d'aglio
4 pomodorini
1 foglia di alloro
2 foglie di salvia
qualche rametto di timo
gambi di prezzemolo
1 ciuffo di rosmarino
1 cucchiaio di sale grosso
qualche granello di pepe bianco
1 o 2 cucchiai di aceto (io uso aceto di mele)
1/2 bicchiere di vino bianco
1/2 litro d'acqua
Mondare e lavare tutte le verdure. Tagliarle a fettine e metterle, insieme agli odori, nella pentola a pressione. Coprire con l' acqua e aggiungere il sale, l'aceto, il vino bianco e qualche granello di pepe. Cuocere, dal fischio, per 30 minuti. In questo brodo concentrato, eventualmente filtrato, lessare il pesce in tranci (ottimo il salmone), cuocendolo per una decina di minuti a fiamma debolissima.




Tipi londinesi

Su e giù dalle metropolitane londinesi è facilissimo imbattersi in tipi singolari. Un pomeriggio, su uno dei treni, c'era questa ragazza dai lineamenti finissimi; impossibile non notarla, spiccava tra le altre persone come un cammeo su un panno di velluto nero. Capelli rossi e boccoluti, pelle di porcellana, un curioso giacchetto di pelliccia rosa cipria e un ancor più pittoresco cappello ornato da un grappolo d'uva. Chissà dove stava andando. Aveva con sé due trolley. Sembrava completamente estraniata dal mondo esterno, assolutamente immersa nei suoi pensieri, ed è stato anche per quello che mi sono azzardata a fotografarla.






Al contrario, mi è mancato il coraggio di immortalare il viso di un'inquietante signora, piuttosto arcigna in verità (mi osservava con certi occhiacci severi, forse immaginando volessi fotografarla), che è salita sulla nostra stessa carrozza ed è scesa alla nostra stessa fermata. Molto alta, mascolina, cappottone pied-de-poule grigio con berretto e sciarpa in tinta; insomma: un personaggio appena uscito da un giallo di Agatha Christie. Chissà cosa conteneva quella borsa? :)

E cosa dire di questa allegra scolaresca che, ad una delle fermate, cantava canzoni natalizie a gola spiegata? Sicuramente una bella iniezione di allegria.
Assistere ad un cambio della guardia e venirmi in mente quel cretino di Mr. Bean mentre fa il solletico ad un impassibile soldato di Sua Maestà è un classico. Rimane il mistero di come facciano a vedere qualcosa sotto quella tonnellata di pelo.



Pupazzo a Carnaby Street
The woman in red

mercoledì 4 gennaio 2012

Bombay Brasserie. Londra


Quando mio marito mi diceva "non puoi dire di conoscere il cibo indiano finché non lo mangi a Londra" stentavo a credergli, ma ho dovuto dargli ragione. Quello che viene offerto nei ristoranti indiani di Milano è solo una copia sbiadita dei colori, dei sapori e dei profumi che si possono apprezzare qui. La Bombay Brasserie si trova in una zona centrale di Londra, appena svoltato l'angolo della fermata di metropolitana Gloucester Road, nella zona di South Kensington. Il nostro albergo era proprio nelle vicinanze e questo ristorante è stato il primo visitato durante il nostro breve soggiorno in città per il ponte dell'Immacolata. Un enorme lampadario di ottone illumina l'ingresso, adornato da un rigoglioso palmizio. Dentro, oltre il guardaroba, c'è una saletta bar dove si può sorseggiare un aperitivo in attesa del tavolo. Arrivati senza prenotazione ma abbastanza presto, come è nostro costume, abbiamo trovato posto nel grande salone centrale, arredato in stile coloniale e reso ovattato da un folto tappeto che ricopre interamente il pavimento. Grandi tavoli ben distanziati, poltroncine comode, tovaglie bianche, lampadari scintillanti, musica di sottofondo e personale super servizievole. Dopo di noi, il ristorante comincerà a riempirsi di persone arrivate qui per i tradizionali "Christmas parties".


Mentre meditiamo sul menu, ci viene offerto un vassoio di pappadum con crudité e salsina di accompagnamento, più una indecifrabile ma coreografica polpettina a base di, se non ricordo male, lenticchie.



Come antipasti ordiniamo un trio di specialità vegetariane guarnite da una incantevole matassina di verdure tagliate alla julienne. Sapori speziati ma non troppo piccanti, presentazione curata e notevole fantasia nell'assemblare materie prime economiche.



Il secondo antipasto: un piatto di gamberi fritti avvolti da un'impanatura alle spezie, guarniti da un nido di patate a fiammifero e da una salsina piccante.
Il secondo piatto, chiamato Kebab platter, consiste in un assortimento di: pollo tandoori; spiedino di carne d'agnello; gambero al mango verde e kalimiri chicken tikka (non chiedetemi in che modo era cucinato il pollo perchè non lo ricordo). Tutto molto buono, delicato, con carni tenerissime. Purtroppo, il gambero doveva essere stato passato nel burro di arachidi perché all'uscita del ristorante ho avuto una lieve reazione allergica (leggi viso paonazzo, prurito alle mani e altre piacevolezze di cui non vi sto a tediare).

In accompagnamento ai secondi piatti abbiamo ordinato del pane naan (della cui bontà il ristorante gode ampia fama) e del riso basmati.
La cena è stata accompagnata da tre birre Tiger; il tutto per 87 sterline e 45.


BOMBAY BRASSERIE
140 Courtfield Road , London
SW7 4QH
Regno Unito
020 7370 4040

lunedì 2 gennaio 2012

Mini blini natalizi

Da qualche anno non preparavo i blini con questa ricetta e devo dire che l'ho riscoperta con piacere: è davvero indovinata. L'unica variante che ho apportato è stata quella di prepararli in forma minuscola, da bocconcino. Con le dosi che indicherò si ottengono un numero infinito di blini e siccome la loro cottura richiede un po' di tempo, consiglio di farne l'intera dose e surgelare l'eccedenza per futuri utilizzi (disporli, senza sovrapporli, sopra un vassoietto; congelarli e poi stoccarli nei sacchetti appositi). Si possono servire, leggermente tiepidi (basta riscaldarli in forno moderato), accompagnati da salmone affumicato, panna acida, caviale o succedaneo, oppure offrirli già guarniti.
MINI BLINI NATALIZI
200 g di farina di grano saraceno 100 g di farina 00 5 g di lievito di birra una noce di burro 350 g di latte 1 pizzico di zucchero 3 uova (separate) un cucchiaino raso di sale fino burro per ungere il padellino
In due dita di latte tiepido far fondere il lievito,unendo un pizzico di zucchero e un cucchiaio di farina bianca. Lasciar riposare la pastella per una decina di minuti. In una bacinella setacciare le farine con il sale; praticare un foro nel mezzo, versare il latte tiepido in cui si sarà fatto sciogliere la noce di burro, aggiungere i tuorli e l'intruglio di lievito. Mescolare accuratamente, coprire con pellicola e lasciar lievitare, in luogo tiepido, per un'oretta. Trascorso questo tempo, montare a neve gli albumi e aggiungerli delicatamente all'impasto. Scaldare una padella antiaderente unta con un pezzettino di burro; versare un cucchiaino di impasto alla volta, formando dei dischetti molto piccoli. Appena la superficie comincerà a fare i buchi (occorrono pochi minuti), girare i blini e finire di cuocerli anche sull'altro lato. In questa presentazione, i mini blini sono stati accompagnati con un ciuffo di panna acida aromatizzata all'aneto e (poca) scorza di limone grattugiata; guarniti infine da salmone affumicato a fettine. Caviale o succedaneo? Sicuramente con le uova di lompo si proveranno meno sensi di colpa per il portafoglio.

I dolci di Natale 2011

Offella d'Oro. Pasticceria Perbellini, Via Vittorio Veneto, 46 Bovolone (VR)


Panettone. Pasticceria Elli, piazza Piemonte 8, Milano
Veneziana. Pasticceria Martesana, via Cagliero 14, Milano

Stella di Natale al cioccolato (versione natalizia della Torta al cioccolato)


100 g di cioccolato fondente al 50% di cacao
100 g di cioccolato fondente al 75% di cacao
150 g di burro
4 uova
200 g di zucchero fine
un pizzico di sale
1 cucchiaino di pasta di vaniglia (o i semi di un baccello)
50 g di farina autolievitante

Fondere su un bagnomaria caldo il cioccolato con il burro. Amalgamare bene e far intiepidire. Battere a lungo, con le fruste elettriche, le uova intere con lo zucchero,la vaniglia e il pizzico di sale, fino a formare una massa gonfia e chiara. Il composto dovrà "scrivere". Amalgamare, con l'ausilio di una spatola flessibile, il cioccolato alla massa montata. Unire anche la farina, usando sempre grande delicatezza per non smontare il composto. Versare il preparato in uno stampo a forma di stella cometa, imburrato e infarinato. Cuocere in forno caldo a 180°C per 30'. Lasciar raffreddare e spolverare, se piace, di zucchero a velo.

Albero di Natale (versione natalizia del biscuit al limone di Alda)

200 g di farina autolievitante
150 g di zucchero
1 limone non trattato
3 uova intere + 1 tuorlo
un pizzico di sale
100 g di olio d'oliva

per la glassa:
125 g di zucchero a velo
poco succo di limone
1/2 albume
confettini colorati

Accendere il forno a 160°C. Imburrare e infarinare uno stampo a forma di abete. Battere a lungo le uova intere e il tuorlo con lo zucchero,un pizzico di sale e la rapatura del limone; quando saranno ben montate, abbassare al minimo la velocità delle fruste e incorporare, poco alla volta, l'olio. Aggiungere la farina, amalgamando delicatamente con una paletta di silicone. Versare il preparato nello stampo e cuocerlo per circa 35'. Sformare sopra una gratella e lasciare raffreddare.
Preparare la glassa mescolando l'albume con lo zucchero a velo e qualche goccia di succo di limone. Versarla sul dolce ormai freddo e decorare con i confettini colorati.

TORTA MORBIDA AL CIOCCOLATO E PERE (variante ad una ricetta di Alda)



Ingredienti:
100 g burro (morbido)
3 uova
80 g zucchero
50 g cioccolato al 75% cacao
50 g cioccolato al 50% cacao
1 cucchiaino di pasta di vaniglia e una punta di coltello di cannella
un pizzico di sale
100 g farina autolievitante (oppure 100 g di farina 00 e un cucchiaino da caffè di lievito per dolci)
1 lattina di pere sciroppate

Accendere il forno a 170°C. Battere il burro con lo zucchero e un pizzico di sale fino a farlo diventare soffice e spumoso. Aggiungere il cioccolato (precedentemente fuso e fatto intiepidire), le spezie e poi i tuorli, alternandoli alla farina autolievitante. Montare a neve morbida gli albumi e aggiungerli con delicatezza all’impasto. Versare in una tortiera (diametro 24 cm) imburrata e infarinata; decorare con le fettine di pera e cuocere per 30 minuti circa.
Sformare la torta e lasciarla raffreddare su una gratella. Decorare con un po' di zucchero a velo.


Christmas Pudding. Magazzini Harrods. Brompton Road. Knightsbridge.
Londra



Con il panettone e l'Offella: Moscato D'Asti DOCG La Giribaldina

Con i dolci al cioccolato: Recioto della Valpolicella Masi