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venerdì 4 aprile 2008

Come ti riciclo l'uovo di Pasqua


La mia anziana madre, quest'anno, ha vinto il primo premio ad una lotteria: un uovo di cioccolato fondente del peso di 5 chili. Fatte le distribuzioni tra figli, nipoti e fidanzati delle nipoti, a me è rimasta una rispettabile porzione. Una parte l'ho usata per la torta al cioccolato, ed il resto è finito nei meravigliosi mostaccioli aromatizzati allo Strega della blogger Papavero di campo. Le mie foto non rendono bene l'idea, ma la ricetta è da conservare con cura.


MOSTACCIOLI di Papavero di Campo

Mostaccioli, lessico di casa, di memoria, del cuore insomma i nostri mostaccioli!

300gr di mandorle pelate abbrustolite e tritate fini / 200 di zucchero / 5 uova intere / 300 gr di ottimo cioccolato fondente / una confezione di cacao amaro da gr.75 / 2 cucchiai colmi di miele denso integrale = 220 gr circa / 2 tazzine di caffè amaro / un bicchierino colmo di liquore Strega = 6 cucchiai da tavola /un bicchiere scarso di latte in cui sciogliere il cioccolato / una bustina di lievito per dolci (al posto dei 25 gr di ammoniaca della ricetta in origine) / la scorza grattugiata di un limone (facoltativo) / cannella tritata a piacere / 450-500 gr. circa di farina + altra farina per maneggiare i mostaccioli-

Mettere in una grande terrina tutti gli ingredienti (il cioccolato va disciolto nella quantità di latte indicata) ed amalgamarli ben bene, si arriva ad un impasto denso ma comunque umido, qui entra in gioco un po’ di manualità: prendere una grossa cucchiaiata del composto e appoggiarlo sul piano infarinato e con le mani anch’esse infarinate manipolare nella forma che si crede (ho preferito fare dei filoncini lunghi piuttosto che forme piccole) poi aiutandosi con due spatole agguantare il maxi-mostacciolo ed adagiarlo dolcemente sulla carta da forno in una lastra.

In forno caldo, a 180° x 15-20 min. facendo attenzione a non fare indurire troppo (al tocco della superficie il dito deve affondare).

Chiatro di copertura (glassa):
si può ricoprire con cioccolato fondente disciolto a bagnomaria ed integrato di un filino d’olio, oppure come nella tradizione di una volta fare una glassa di copertura così composta: 100 gr di cioccolato (oppure cacao amaro) una tazzina di latte, un cucchiaio d’olio d’oliva, un cucchiaio di zucchero a velo, sul fuoco a sciogliere, poi con un pennello ricoprire le superfici dei dolci (tale copertura però una volta essiccata resta opaca).

Note:
La caratteristica è un ventaglio di sovrapposizioni di sapore e gusto, di morbidezza e profumo, di fragranza e tenerezza. Tutti concorrenti a pieno titolo ad un esito di appagamento alto-altissimo!

Nella tradizione abruzzese i mostaccioli sono dolci della ritualità festaiola e cerimoniale a testimonianza di tutti quegli eventi collettivi “miliari” che scandiscono le tappe della vita della gente.

2 commenti:

  1. che brava!sono belli! circa il buono solo chi ha provato sa!
    hanno un aspetto naif che li rende ancor più appetibili,sono un po' più alti ma perché no? il bello è proprio che ciascuna lascia la sua impronta e lo stesso dolce non è mai lo stesso, giustamente caro Eraclito!

    Questa versione di casa mia ad esempio è già diversa da quelle canoniche d'Abruzzo che mettono solo cacao e non il cioccolato e poi in quella quantità, però ne valeva la pena di giocare la variante!

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  2. i mostaccioli! ricordo di infanzia.
    che buoni!

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