Che cosa si prova davanti all'opera di un genio? Un accavallarsi di emozioni che tolgono il fiato e fanno salire le lacrime agli occhi: meraviglia, stupore, ammirazione, riconoscenza. Tutto questo ho vissuto visitando Casa Batlló, riflesso della mano geniale di Antoni Gaudí , l'architetto catalano nato a Rues nel 1852 e morto a Barcellona il 10 giugno 1926.
Nel 1904, il ricco industriale tessile Joseph Batlló Casanovas affidò a Gaudí l'incarico di ristrutturare uno stabile sul Passeig de Gràcia, una delle arterie principali di Barcellona. Gaudí lo modellò secondo il suo personalissimo gusto, eliminando ogni linea retta e introducendo curve e spirali a disegnare finestre e balconi, porte e soffitti, rampe di scale e comignoli decorati con motivi astratti e zoomorfi. Un secolo fa, la moda più in voga tra i ricchi borghesi era possedere una dimora stravagante, ma i barcellonesi dell'epoca accolsero con stupore quest'opera, ribattezzandola subito con appellativi strani come "casa delle ossa" o "casa degli sbadigli".La facciata anteriore è ricoperta da dischi di ceramica e da vetri istoriati; la parte bassa è rivestita in pietra arenaria, scolpita con forme sinuose. I balconi sembrano mascherine di carnevale o uno scheletro zoomorfo.
Scala d'accesso al piano nobile. Il piano nobile, un appartamento di circa 400 mq,era abitato dalla famiglia Batlló mentre gli altri otto , due per piano, erano dati in affitto. Due degli appartamenti sono tutt'ora abitati da inquilini in affitto, gli altri ospitano uffici amministrativi della casa.
La sala con il camino era l'ufficio dell'industriale Batlló. Il caminetto è un esempio di come il disegno si fonda perfettamente con la funzionalità.
Il grande salone di rappresentanza ha porte e finestre ondulate, decorate da vetri coloratissimi che ricordano nell'interno i colori vivaci della facciata. La grande vetrata centrale è stata progettata per potersi aprire completamente diventando una gigantesca tribuna, da cui la famiglia poteva seguire le principali sfilate, ammirando e facendosi ammirare. Ciò che lascia stupefatti è constatare che ogni particolare della casa è stato progettato e realizzato con cura maniacale, fin nei più piccoli dettagli, come le maniglie o i campanelli delle porte. Tutti gli artigiani (ebanisti, fabbri, ceramisti, etc) che lavoravano alla casa erano controllati personalmente dall'architetto.
La facciata posteriore è dotata di quattro terrazze continue, decorate con ringhiere in ferro battuto. Sulla sommità, un unico balcone decorato con piastrelle a motivi floreali e geometrici.
Cortile centrale - il rivestimento ceramico è stato dosato cromaticamente da Gaudí: il quasi bianco della zona inferiore diventa di un blu sempre più intenso nella zona superiore, per ripartire in modo uniforme la luce naturale che penetra dal lucernario.
Locale di servizio nelle soffitte
Le soffitte sono caratterizzate da archi stretti che sostengono il tetto. Ricordano, come molte altre parti della casa, lo scheletro di un animale preistorico.
Una delle due scale a chiocciola che conducono alla terrazza sul tetto.
I comignoli sono raggruppati e decorati con motivi astratti.
I bracci della grande croce in ceramica sono in linea con i quattro punti cardinali. Sono rimasta sbalordita dal rivestimento del tetto, in maioliche colorate, somiglianti alle scaglie di un gigantesco e immaginario dorso di drago.
Mentre scendiamo la scala generale e lasciamo l'edificio, sentiamo ancora addosso lo sguardo indecifrabile di Gaudí che, dall'ologramma appeso in soffitta, sembra osservare con ironia (o sufficienza?) la marea inarrestabile dei suoi ammiratori.
Grazie Eu per questo bellissimo réportage. Fa venir voglia di tornare a Barcellona: l'ho vista e poco un quarto di secolo fa!
RispondiEliminaLe foto hanno un taglio da professionista.
confermo quanto già detto. Foto stupende
RispondiEliminafuori tema, ma intanto: complimenti per questo giro nelle architetture barcellonesi di gaudi.
RispondiEliminasono amalteo, seguo le tue ricette (più leggere di quelle di artemisia (segno solo quelle senza burro e senza uova: problemi di cura di sè) e vivo sul lago di como.
il luogo in cui sono nato e in cui amo stare
grazie per avere visitato il colore viola (ma ti consiglioa anche: gradini, il colore giallo, il colore verde. tutti linkati in fondo al colore viola)
ciao e a rileggerti (google readere mi segnala con estrema precisione ogni tuo aggiornamento
a rileggerti
bellissimo servizio, non avevo mai visto gli stupefacenti archi delle soffitte.
RispondiEliminagentile amalteo, grazie per il tuo commento e benvenuto! Ho ammirato le straordinarie sfumature di viola del tuo giardino e non mancherò di tornare a visitarti, per conoscere l'intera tavolozza di colori. Un caro saluto a te e ad artemisia
RispondiEliminaeu
adoro barcellona, ci sono stata almeno 5 o 6 volte ed ogni volta è come la prima..è l'unica città che mi farebbe lasciare l'italia...che nostalgiaaaa
RispondiEliminaNon sono mai stata a Barcellona e vedere le tue foto mi rinnova il desiderio che già le mie nipotine hanno risvegliato con la loro ultima visita da cui son tornate con occhi incantati e tanta voglia di raccontare...
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