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martedì 16 giugno 2015

Il compleanno della bisnonna Laura

Domenica scorsa abbiamo festeggiato gli ottantatre anni della bisnonna Laura. Accompagnata da mio fratello, è arrivata a casa nostra di buon mattino - in gran forma nonostante i dolori e le limitazioni motorie inflitte dall'artrosi - desiderosa di conoscere la nuova nipotina. Per l'occasione, ho abbellito la tavola con una nuova tovaglia verde e una piccola composizione floreale a base di Hydrangea arborescens, varietà Annabelle, e boccioli di rosa Charles Darwin.

Un menu ultra-classico per otto persone.
Aperitivo: Magnum di spumante La Versa, Carta Oro, e quadretti di focaccia alle olive e pomodorini (la foto è solo emblematica; troppo affaccendata nelle mie cose,  non ho fotografato l'enorme vassoio, che è stato svuotato in breve tempo.  Ho usato una nuova ricetta di impasto per focaccia, decisamente ottimo, che richiede una lunga lievitazione. Ho poi diviso in due teglie, guarnendone una con file parallele di olive verdi di Nocellara, e l'altra con pomodorini tagliati a metà e origano secco). 
A seguire, come antipasto: vitello tonnato. 
La ricetta la conoscete tutti. Io, quando non lo preparo nella versione di Ada Boni o in quella un po' più moderna, lo faccio cosi: magatello di vitello lessato in un brodo di verdure; fatto raffreddare per una notte; affettato sottile e ricoperto da una salsa tonnata fatta con una maionese di 3 tuorli, un cucchiaino da caffè di senape, circa 300 ml di olio d'oliva, succo di limone, 200 g di ottimo tonno sott'olio, ben sgocciolato e passato al mixer, sale e pepe bianco. Decorato con capperi di Pantelleria dissalati.
Secondo piatto: Roast beef (nella foto sembra più anemico di quello che era nella realtà)
Contorni: Insalata bicolore di peperoni (peperoni abbrustoliti sul barbecue; spellati; puliti; divisi a falde e conditi con olio extravergine toscano, fettine di aglio novello, sale e foglioline di timo. Si lasciano insaporire una notte, poi si dispongono su un vassoio alternando i colori ed eliminando l'aglio).
Insalata di melanzane al Ras el Hanout (non fotografata, ma c'era)
Con il roast beef è stata aperta, con dovuto anticipo, una bottiglia di Montagne Saint-Émilion (Bernard Taillan) del 2004
Dessert: Parfait ai lamponi con salsa di lamponi e fragole (vedi ricetta qui sotto)
Meringata del compleanno
Frutta: Ciliegie e albicocche
Caffè e confetti rosa

PARFAIT AI LAMPONI CON SALSA DI LAMPONI E FRAGOLE
Ingredienti per 6 persone 
Per il parfait
115 g di zucchero semolato
4 tuorli d'uovo
200 g di lamponi
142 ml di panna fresca, refrigerata
1 cucchiaio di kirsch

Per la salsa di lamponi e fragole
225 g di lamponi, lavati e asciugati delicatamente
1 cucchiaio di kirsch
300 g di fragole, private del picciolo, lavate e asciugate
2 cucchiai di zucchero a velo, setacciato

Procedimento
Per il parfait, mettere lo zucchero in un pentolino con 115 ml di acqua. Far sciogliere a fuoco basso, senza far bollire. Nel frattempo, mettere i tuorli in una ciotola sopra una pentola di acqua appena bollente. Usando le fruste elettriche, montare i tuorli fino a renderli chiari e cremosi. Aggiungere ai tuorli lo sciroppo di zucchero caldo, goccia a goccia, sbattendo continuamente a bassa velocità. Ci vorranno 15-25 minuti per aggiungere tutto lo sciroppo, a quel punto si dovrebbe avere  una crema densa. Togliere la ciotola dal bagnomaria e continuare a sbattere ad alta velocità per un minuto, quindi ridurre a una velocità media per 3-4 minuti.  Ridurre di nuovo la velocità  e frullare ancora per 5 minuti. Il composto raddoppierà di volume. Mettere in frigo per 30 minuti. Foderare uno stampo da cake (io ho usato uno stampo usa e getta della Cuki)  con carta forno, oliata con un olio insapore come il girasole. Frullare i lamponi e passarli attraverso un setaccio. Si dovrebbero ottenere circa 115 ml di frullato. Montare la panna e il kirsch fino a formare una massa morbida, quindi incorporarla con delicatezza nella mousse di uova, seguita dalla purea di lamponi. Versare nello stampo. Coprire con un foglio di carta forno leggermente unta. Congelare per 4-5 ore (meglio preparare il parlati il giorno prima).
Per preparare la salsa, frullare lamponi e fragole e passare tutto attraverso un setaccio. Aggiungere il kirsch e lo zucchero, mescolando bene. Mettere in frigo.
Presentazione. Togliere il parfait dallo stampo e rovesciarlo sul piatto da portata. Eliminare la carta forno. Servire accompagnando con la salsa e, a piacere, con altri frutti di bosco freschi.

12 commenti:

  1. Fossi la bisnonna sarei stata contentissima! Brava e buona giornata :))

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  2. La bisnonna è stata lietissima sia dell'accoglienza che, soprattutto, dalla vista e dallo spupazzamento della nipotina.
    Grazie, Giulia, buona giornata a te.

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  3. Riporto qui il commento che Stefano (QBBQ) non e' riuscito a mettere sul blog per problemi con la pubblicazione dei commenti.


    "...avevo commentato ma malefico web ha inghittito... riscrivo....
    pranzi della domenica/pranzi della festa: bella istituzione. sarebbe bell'argomento per libro (che forse esiste già', ma tutto e' replicabile e migliorabile).
    vitel tonnato: io fatto forse un paio di volte, quando abitavo in italia... ma mi piace... qui in uk vitello introvabile (a proposito: scoperto cose nuove a Londra? mangiato decentemente?): ma proprio oggi stavo sfogliando un bel libretto sulla cucina post prima guerra mondiale e ho trovato... coincidenza una bella cosa per un manzo tonnato!/// che voglio provare, arrostendolo in forno a bassissima temperatura, con tutti gli ingredienti come indica la boni...
    ottimo vino!! gran bel bere: esiste anche un buonissimo dolce al cucchiaio al cioccolato con lo stesso nome: sant emilion au chocolat (dolce demorde' ma eccezionale)
    auguri ovviamente a bisnonna, neo nonna, neo mamma, neo bambozza ecc.....
    stefano"

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  4. Ciao, Stefano, che piacere poter scambiare quattro chiacchiere con te. Benvenuto! Sono d'accordo: un libro sui pranzi in famiglia sarebbe una bella idea e aiuterebbe i molti, me compresa, che si pongono sempre il dilemma "adesso cosa preparo?". Anche a me piace il vitello tonnato e forse lo preferisco nella versione piemontese, senza maionese, ma ai miei piace "con" e allora...vince la maggioranza! Devo dire che a Londra, anche questa volta, abbiamo mangiato bene. Siamo ritornati a pranzo da Nopi; Ottolenghi ha sempre il suo fascino. Cibi leggeri e ben presentati; colori vivaci; sapori molto ben mescolati e dolci raffinati. Ho appena saputo che a settembre uscira' un suo nuovo libro intitolato NOPI, che riportera' le ricette del ristorante. Credo proprio che non me lo lascero' scappare. Visto che avevamo l'albergo in zona Knightsbridge, abbiamo quasi sempre scelto locali del circondario, raggiungibili a piedi o con qualche fermata di underground. Abbiamo visitato un nuovo ristorante indo-pakistano, Shezan. Mica male, anche se un po' caro per il suo genere. Io poi, per non rischiare, sono andata su cibi ultra conosciuti, tipo il chicken tikka masala, che era fatto bene ma un po' banalotto come piatto e quindi niente di emozionante. Poi, quasi obbligati da mia figlia, siamo ritornati in un ristorante thai, il Busaba Eathai (come saprai, ce ne sono alcuni a Londra) . Lei lo adora e quando abitava a Londra ci andava spesso e ci ha fatto una testa cosi' sui loro famosi calamari al pepe verde :) Un ristorante dove abbiamo mangiato della carne molto buona e' stato Hawksmoor: visto che era domenica e sul menu era consigliato l'arrosto della domenica in perfetto stile inglese, ho ordinato il roast beef contornato da patate arrosto cotte nel grasso d'oca; yorkshire pudding ben innaffiato di gravy, carote e coste. Ottimo! Per mandare giu' tutto, un bel sorbetto di yogurt e more. Per finire, una sera che tirava un vento barbino, abbiamo cenato nel risto dell'albergo, un cinese piuttosto buono, chiamato appunto Le Chinois. Un antipasto con tante cose differenti (ravioli ai gamberi e alle verdure, mini involtini primavera, toast di gamberi) e poi dell'anatra al miele e limone. Mio marito, se non ricordo male, ha ordinato pesce. Per i pranzi veloci, poi, andiamo sempre nei Pret a Manger o da Patisserie Valerie o anche da Strada (puntata immancabile dopo aver visitato la cattedrale di Saint Paul). Questa volta abbiamo preso un fritto misto e un veramente buono e vecchio stile Affogato al caffe'.
    Ti ringrazio dei tanti bei consigli e degli auguri. Mi piacerebbe avere la ricetta del dolce al cioccolato e Saint Emilion. Non avendo una cantina con temperatura regolare ad ogni stagione, pensavp che il vino fosse diventato un po' marsalato invece era ancora piacevolissimo.

    Un caro abbraccio e a presto!

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    1. Ottolenghi.... sono bravi, molto bravi. io non cucino quasi mai dai loro libri (dico loro perché di fatto Ottolenghi e' un team fin dall' inizio: lui ci ha messo parte del capitale, il nome e la faccia ma e' un gruppo di persone) dato che trovo le ricette eccessive, ma sicuramente sono molto bravi in come hanno ideato e organizzato i loro punti vendita.
      grazie per dritte su ristoranti.... zona che batto poco, quindi indicazioni utili

      saint emilion au chocolat:
      http://www.telegraph.co.uk/foodanddrink/recipes/7951755/Jeremy-Lee-recipe-St-Emilion-au-chocolat.html

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  5. Ti diro', a me piace molto andare a pranzo al Nopi. Sopra tutto, rimango incantata da quell'altare pagano piazzato all'ingresso del ristorante, sempre traboccante di piatti di verdura belli nell'aspetto e appetitosi nel gusto. Non sono mai riuscita, nei miei modesti tentativi fatti a casa, di replicare certe sfumature di sapore.Per questo aspetto di leggere il nuovo libro. Ho anche visitato un loro negozietto, in Belgravia se non ricordo male, e non mi ha fatto ne' caldo ne' freddo:piccolo, con pochi articoli, piatti di portata semivuoti. Forse l'impressione non esaltante e' stata causata dall'orario in cui siamo entrati; dovevano essere passate le 14 e mi sa che avevano fatto fuori quasi tutto. Quanto al fatto che lui si apiu' uomo immagine che altro non ci piove; un po' come alcuni dei nostri cuochi nostrani che stanno piu' in tv che dietro i fornelli dei loro ristoranti. Stavo proprio riflettendo sul fatto che ormai i cuochi sono diventati le nuove celebrita' ed hanno fatto nascere una nuova forma di divismo: i ragazzi sognano di fare la scuola alberghiera per diventare ricchi e famosi, un po' come una decina d'anni fa sognavano di diventare calciatori. Per tacere di come certe signore si esaltano parlando di questo o quel cuoco, peggio di quando io, da ragazzina dodicenne (almeno avevo la scusante dell'eta'), mi ero innamorata di Aldo Reggiani, il Dick Shelton de "La freccia nera", e sognavo di incontrarlo.

    Grazie per la ricetta, vado subito a leggerla. Buona serata.

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  6. ah ah ah... la mitica freccia nera!! ... su ottolenghi: spero di non essere stato frainteso: il fatto e" che vedo su diversi siti italiani il suo nome citato sempre più' spesso in termini entusiastici e mi sembra giusto dare a cesare quel che e' di cesare: un business come ottolenghi non lo crei da solo...magari mi sbaglio ma da quel che ho capito e' che fin dall'inizio sono stati diversi soci: anche perché' impegno economico e' fin dall'inizio stato, penso, non trascurabile: loro hanno aperto in nottingh hill che da decenni ormai zona milionaria... lui comunque molto bravo, la qualità' delle cose vendute e dei libri innegabili, poi può' piacere o non piacere ma non si tratta di fuffa....tu sai vero che lui scrive per Guardian e trovi un sacco di sue ricette in rete....+ ora hanno anche aperto in zona covent garden un nuovo posto che si chiama Sesame, cibo mediorientale da strada che, a quanto capito, meno costoso di Ottolenghi, che e' buono ma indubbiamente fascia alta di prezzo....
    realta' della cucina: mah... io che ho fatto il cuoco in fondo non per molto posso dire che e' un lavoro che alla fine abbrutisce non poco, massacrante a dire poco, soprattutto quando sei, come ne mio caso era, cuoco/proprietario... si' certo lavoro molto creativo, che ti mette ogni giorno alla prova, ma anche molto usurante, fisicamente e psicologicamente...io ora che ho smesso, posso dire che non mi manca... e sto riscoprendo il piacere di cucinare per poche persone, per gli amici, per Paul e me, di non dover tener conto dei gusti altrui ecc....
    ste
    ps aldo reggiani era comunque un signor gnocco ai suoi tempi!

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  7. Mi sa che dietro questi fenomi planetari, e Ottolenghi ne e' l'esempio forse piu' attuale, c'e' davvero un team di menti sopraffine e di portafogli ben forniti. Forse avevo letto qualcosa su Sesame ma poi, una volta sul posto, me ne sono completamente dimenticata e non l'ho provato. Sono d'accordo,lavorare nella ristorazione deve essere molto faticoso e usurante; e se lo e' per un uomo, figuriamoci per una donna. Orari completamente inconciliabili con un normale menage familiare, stare in piedi per un sacco di ore, al caldo, tra i vapori. Ci credo che certi cuochi nostrani trovano piu' comodo andare in tv e scrivere libri sull'argomento.
    Aldo Reggiani ai tempi della freccia nera: propi un bel fiulett!

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  8. Auguri alla bisnonna Laura!
    E complimenti alla Cuoca!!!

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