Il contenuto di questo sito può essere riprodotto solo a condizione che ne venga citata chiaramente la fonte, che non venga utilizzato a scopi commerciali e che non venga alterato o trasformato.

martedì 29 giugno 2010

C'è vita tra i rami

Ieri sera, mentre stavo controllando le mie rose in giardino, ho sentito un cinguettio sospetto provenire dai rami dell'acero giapponese. Da qualche tempo si era notato un certo andirivieni di merli, ma si pensava volessero nascondersi tra le fronde per poter mangiare in tranquillità. Sono corsa in casa a prendere la macchina fotografica e con molta delicatezza mi sono avvicinata: tra le fresche frasche c’era un nido, tutto ben accomodato, e dentro…ho intravisto un occhietto in stato d’allerta. Dev'essere una madre che sta covando le uova. Staremo a vedere che succede nei prossimi giorni.




7 commenti:

  1. Ohhhh, che bello! Un merlo, una merletta, fra poco dei merlini? :)

    RispondiElimina
  2. ssshhhh... sussurriamo piano piano per non disturbare.... ;-)

    RispondiElimina
  3. @Marina:non ci crederai, ma c'è una coppia di merli nel nostro giardino che sembrano proprio marito e moglie. L'anno scorso, mentre uscivamo con l'auto dal garage, li abbiamo visti venir fuori dal cancello principale con un'aria così sicura e impettita che sembravano loro i padroni di casa. :DDD
    @Rosaria:ssshhhh...hai ragione, non facciamo troppo chiasso e vediamo che succede...

    un abbraccio
    eu

    RispondiElimina
  4. che belle foto, rivelano l'attenzione e il passo felpato

    RispondiElimina
  5. che tenero occhietto. attesa notizie.

    RispondiElimina
  6. eccomi qui a relazionare: quello che pensavo fosse la femmina covante, in realtà era il nuovo nato. Ecco spiegato l'andirivieni dei merli nei giorni precedenti, recanti nel becco vermi e affini (ed io che pensavo volessero mangiare in tranquillità tra le fronde). Ora il piccolo deve aver spiccato il volo perché il nido è vuoto; rimango comunque meravigliata di come abbiano potuto fare il nido e depositare le uova in un periodo in cui i miei operai facevano un baccano d'inferno, tra rumor di trapani e martelli.

    RispondiElimina