Avevo gia' sperimentato in passato, grazie a un post di un'amica blogger, questo tipo di ripieno che utilizza le bietole crude ma poi anche questa procedura era caduta nel dimenticatoio. Ci ha pensato Artemisia a ricordarmela e cosi', essendo recentemente diventata l'orgogliosa proprietaria di un bellissimo testo in rame stagnato (ottimo per cuocere queste torte salate di impronta ligure e la gustosissima farinata di ceci), stamattina mi sono messa all'opera, coadiuvata dalla mia nipotina che si e' industriata a stendere, armata di mini-matterello, una porzioncina di impasto. Il risultato e' stato eccellente e mi ha sorpreso piacevolmente il fatto che nello stampo non si sia attaccato niente. Non oso chiamarla "Torta di gee" come l'autentica ricetta ligure poiché mi sono presa qualche licenza e non vorrei trovarmi (come racconta Ottolenghi a proposito delle ricette tradizionali turche non osservate scrupolosamente) con qualche anziana mamma che mi spia con disapprovazione da dietro le spalle.
TORTA DI BIETOLINE
Per la pasta
200g di farina W170
1 cucchiaio di olio evo
un buon pizzico di sale
acqua q.b. per ottenere una pasta della consistenza del lobo dell'orecchio
Ripieno
2 mazzetti di bietoline
230g circa di ricotta di capra
sale fino q.b.
una macinata di pepe nero
2 cucchiaiate di parmigiano grattugiato
un filo d'olio
le foglie di qualche rametto di maggiorana
2 cucchiai di farina 00
Per rifinire
un filo d'olio extravergine
Preparare la pasta. Mettere nel boccale del robot da cucina la farina e il sale; dare qualche colpo ad intermittenza per miscelare; mettere la velocità media (3) e cominciare ad aggiungere a filo l'acqua e l'olio, aumentando la velocità quanto basta a formare un panetto morbido. Togliere dal boccale l'impasto e lavorarlo brevemente a mano sul piano di lavoro. Formare un panetto e metterlo a riposare sotto una campana di Pirex fino al momento dell'uso.
Nel frattempo, lavare accuratamente le bietoline, eliminando i gambi. Sgrondarle bene dall'acqua e tagliarle alla julienne. Versarle in una capiente terrina; condirle con il sale, il pepe, un filo d'olio, il parmigiano e la maggiorana. A parte, mescolare velocemente la ricotta per ammorbidirla.
Accendere il forno e portarlo a 190 gradi (ognuno conosce il suo forno). Ungere il testo con un po' di olio. Prendere il panetto di pasta e dividerlo in due. Stenderne un pezzo su un piano leggermente infarinato, formando un cerchio molto sottile e porlo nello stampo. Disporvi le bietole in uno strato uniforme; spolverarvi sopra i due cucchiai di farina, che assorbiranno l'umido della verdura. Infine aggiungere la ricotta e chiudere con un secondo cerchio di pasta. Chiudere accuratamente la circonferenza della torta, formando un cordoncino. Pennellare un po' d'olio sulla superficie. Cuocere nel forno caldo per circa 50' o fino ad una leggera colorazione.
Interessante (oltre che pratica) questa tecnica che omette la cottura della verdura. Ho acquistato proprio oggi delle bietole, perciò non tarderó a sperimentarla.
RispondiEliminaGrazie e buon weekend
Grazie a te, Giulia. Spero ti piaccia. Buon w.e.
RispondiEliminaMmmm, sembra delizioso!! Da provare :)
RispondiEliminaGrazie, Giorgia.
EliminaSempre molto interessanti le tue ricette, interessante anche l'uso della bietola che preferisco agli spinaci in questo tipo di preparazioni. Ciao!
RispondiEliminaAnch'io preferisco la bietola. Grazie della visita.
Elimina"la consistenza lobo orecchio" !! :)) è la seconda volta in un paio di mesi che incontro questa bella e chiarissima espressione (forse in un libro di cucina mediorientale....)
RispondiEliminagrande invidia per testo che ultima volta in Toscana non avevo osato comprare causa prezzo: mi dicevo: ma insomma solo per fare la farinata mi sembra eccessivo e invece tu mi ricordi giustamente che ci si fanno anche le torte salate: hai notato differenze rispetto a teglia tradizionale?
questo metodo delle bietole crude l'avevo provato quando sperimentavo con la torta pasqualina ma non mi ha mai convinto, anche se so essere tradizionale, nel senso che il fondo non risultava mai croccante come quando invece facevo la torta con verdure cotte e saltate in padella + comunque rimane un gran bel piatto e noto con piacere che hai scelto una farina a basso glutine, all'opposto di quanto si legge in rete in molte scriteriate ricette moderne che consigliano la totalmente fuori luogo manitoba. Io uso una 0 oppure aggiunto della farina integrale a quella bianca e passo al magimix prima di aggiungere il liquido...
ciao eu, stefano
Sicuramente il rame diffonde meglio il calore ma la cosa sorprendente che ho notato e' che, senza nessun trattamento preventivo ma solo oliando normalmente lo stampo, non si attacca nulla. Ho letto su Amazon dei commenti in cui si dice di non lavare il testo ma solo passare dell'olio. Forse e' un consiglio che può' andare bene per fare la cecina (ancora non ho provato a cucinarla) ma io i tegami di rame li ho sempre lavati con acqua e sapone e ci mancherebbe altro. Ho sempre saputo che le padelle di ferro non si lavano ma il rame stagnato?
EliminaMi sa si buonissima! Da fare domani stesso😺
RispondiEliminaGrazie mille, Marina. Buona serata.
Eliminaciao eugenia (stefano): rame: non so, ma penso tu abbia ragione: quando volevo comprarlo (e penso che lo comprerò quando in Italia), avevo visto i filmati di eugenio torre su you tube e se non erro lui non li lava
RispondiEliminacecina: ahhhh ... di fatto io lo comprerei solo per quella... la faccio spesso in pentola anti- aderente: non buona come quella mangiata in liguria e in toscana, ma le si avvicina molto, a condizione che non si sia parchi con olio: difficoltà sta nel centrare lo spessore che come sai non deve essere eccessivo: quelle mangiate a lucca mesi fa erano spesse un ditozzo non di più- s