L’altro giorno, mentre sfogliavo alcuni vecchi libri di cucina, mi è capitato tra le mani un ritaglio di giornale di epoca assai remota. Nella posta del cuoco si consigliava, per dare un po’ più di sapore al risotto di zucca, di arricchire il brodo vegetale con alcuni pezzi di cucurbitacea. Devo dire che il suggerimento è azzeccato così come ho trovato gradevole l’aggiunta di alcuni funghi chiodini trifolati.
Ecco cosa serve per due persone
per il brodo vegetale:
300 g di zucca mantovana già privata degli scarti *
2 carote
1 gambo di sedano
mezza cipolla
1 pomodoretto
2 foglie di salvia
sale
per il risotto:
200 g di zucca già mondata
160 g di riso Vialone Nano
2 scalogni piccoli
2 foglie di salvia
mezzo calice di vino bianco secco
Parmigiano Reggiano grattugiato
olio extravergine
burro
per decorare:
una manciata di funghi chiodini
olio extravergine
1 spicchio d’aglio
prezzemolo trito
sale, pepe nero del mulinello
Mettere sul fornello una pentola con acqua bastante al risotto. Mondare e lavare le verdure, tagliarle a pezzi, unire le foglie di salvia e portare a bollore. Salare e cuocere per una buona mezz’ora. Al momento opportuno, avviare il risotto come di prammatica. Far soffriggere gli scalogni tritati in poco olio extravergine profumato con due foglie di salvia (che si toglieranno alla fine), aggiungere la zucca, tagliata a dadi. Lasciarla ammorbidire per una decina di minuti quindi unire il riso e farlo tostare per qualche minuto, sfumare con il vino bollente. Quando il vino sarà completamente evaporato, aggiungere gradualmente il brodo vegetale (filtrato) portando a cottura il risotto. Nel frattempo, rosolare uno spicchio d’aglio in poco olio evo, farvi saltare i funghi chiodini per pochi minuti, avendo cura di lasciarli un poco al dente. Salare, pepare e cospargere con poco prezzemolo trito. Quando il risotto sarà cotto, mantecarlo con una noce di burro e due cucchiai di grana. Servire nei piatti fondi decorando la superficie con i funghetti trifolati.
* se non conoscete i vari tipi di zucca, consiglio di fare un salto da
Artemisia.
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