Sabato, 4 dicembre 2010. Partiamo di buon'ora per la nostra ormai tradizionale gita annuale nelle Langhe: destinazione Carrù, patria del Bue Grasso. Per la terza volta (leggi qui il racconto della prima) torniamo a far visita all'Osteria del Borgo, meta degli amanti del gran bollito misto, e questa volta la compagnia è aumentata: siamo in nove persone, tutte desiderose di verificare se la piacevolissima esperienza gastronomica degli anni precedenti è ancora una volta confermata dai fatti. Non rimarremo delusi.
Assistiti da una buona dose di fortuna, imbrocchiamo una giornata strepitosa, con cielo terso e azzurro; le dolci colline, appena spolverate di neve, sembrano disegnare un paesaggio da cartolina; la temperatura è bassa ma sopportabile, tutto sommato siamo pur sempre a dicembre e in confronto alle piogge dei giorni precedenti non c'è proprio da stare a lamentarsi. Dopo la tradizionale sosta ad Alba per un po' di shopping e un buon caffè, raggiungiamo la nostra meta verso le ore 12.20, appena in tempo per correre a fare provvista di pregiata carne piemontese alla macelleria CO.AL.VI Bovinlanga (metterò un piccolo post a parte) e poi via, verso il più goloso degli appuntamenti.
Il ristorante, situato nella centrale via Garibaldi, ha subito da un paio d'anni una ristrutturazione che ne ha ampliato sensibilmente gli spazi. Si sono aggiunte due nuove sale, con pavimenti in parquet, boiserie alle pareti e grandi armadi per le bottiglie di vino; la mise en place è rimasta pressocché immutata.
A differenza degli anni precedenti, in cui ci eravamo recati al ristorante di venerdì e avevamo scelto a piacere nostro dalla carta, abbiamo scoperto che di sabato e domenica, molto probabilmente per questioni di organizzazione, si procede per menu unico. Si inizia con il consueto benvenuto della casa: un assaggio di morbida pancetta, profumata dal discreto pepe, per poi far posto all'ottima carne cruda all'albese, ad un assaggio di vitello tonnato e al capunet, un involtino di verza ripieno di riso e carni arrostite, tipico della tradizione piemontese.
Come primi l'oste propone: ravioli al plin in brodo (sempre ottimi) oppure minestrone di trippa, finanziera, piatto povero fatto con creste di gallo (ottenute durante la trasformazione dei galletti in capponi) e interiora di bovino, o tajarin fatti in casa( e chi ce la fa?!?)
Ma ecco che già le sette celeberrime salse, che non sono sempre le stesse ogni anno (in senso orario:salsa verde, mostarda casalinga, salsa di rape rosse, salsa al rafano, salsa di verdure piccante, bagnett ross e, al centro, composta di cipolle di Breme) ci sono messe davanti: è il segnale che sua maestà Il Gran Bollito Misto sta per fare la sua trionfale entrata in scena.
Bollito misto di Carru' servito al carrello nei sette canonici tagli (testina, lingua, scaramella, muscolo, punta di petto, sottile, coda).
Bollito Bollito misto di Carru' servito al carrello nei sette canonici tagli (testina, lingua, scaramella, muscolo, punta di petto, sottile, coda).misto di Carru' servito al carrello nei sette canonici tagli (testina, lingua, scaramella, muscolo, punta di petto, sottile, coda).
Il bollito misto di Carru' è servito al carrello nei sette canonici tagli: testina, lingua, scaramella, muscolo, punta di petto, sottile, coda a cui si aggiungono gallina e piccoli cotechini monoporzione. Puré di patate e carote lessate sono il tradizionale contorno. Papà Gianni, il titolare, tre anni fa mi raccontò che il carrello del bollito torna sempre in cucina dopo il servizio al singolo tavolo. Le carni vengono reimmerse nel brodo bollente, fatte riscaldare il tempo necessario, scolate e rimesse sul carrello per un nuovo giro al tavolo successivo. In questo modo il cliente può gustare il suo bollito sempre fragrante e caldissimo.
I dolci, tutti di solida tradizione, comprendono le strepitose pere martine cotte nel vino rosso, una panna cotta davvero deliziosa per sapore e morbida consistenza, il bunet (budino con amaretti e cacao) e la torta di nocciole. Per chi volesse rimanere leggero c'è sempre la sobria alternativa di una fetta di ananas fresco.
Quanto mi piace perdermi fra le tue pagine!
RispondiEliminaE' sempre un luogo accogliente e ogni volta diverso, cambio post e cambia scena, piatto, nazione....insomma tutto!
Però in un'oretta scarsa ci sarei arrivata pure io a Carrù .....!
Bacissimi
grazie, Fabiana. La nostra gita nelle Langhe è ormai diventata un appuntamento irrinunciabile e già stiamo pregustando la prossima.
RispondiEliminacome avrei voluto essere al vostro tavolo!
RispondiEliminail carrello dei bolliti un'esperienza mistica!(l'ho vissuta da Fini a Modena)
che meravigliosa avventura gastronomica avete vissuto, invidiabile!
hai ragione, cara Pap:un'esperienza mistica il gran bollito, quasi impossibile da replicare a casa, a meno di possedere una batteria di pentole di dimensioni adeguate allo scopo, tempo e sapienza culinaria per preparare tutte quelle salse e un aiuto per lavare la montagna di stoviglie che occorrono alla realizzazione di questa pietanza favolosa. Meglio mettersi seduti comodi alla tavola dell'Osteria del Borgo e lasciarsi coccolare dalle premurose cure della famiglia Lubatti.
RispondiEliminaun affettuoso abbraccio
Sto organizzando un viaggio nelle Langhe e questo mi sembra proprio il tipico ristorante che offre la cucina tipica piemontese. Mi piace molto il bollito con le varie salsine e qui c'è un'ampia scelta che accontenta tutti i palati! Sicuramente terrò in considerazione questo ristorante, anche per i dessert.. le pere cotte nel vino devono essere una delizia.
RispondiEliminaCiao, Viaggiatrice. Questo ristorante ci è stato consigliato da un intenditore locale; i titolari sono gentilissimi e la cucina è ottima. Unico suggerimento: preferisci una visita in settimana, poiché di sabato, specie in tempo di "fiera del bue grasso", c'è moltissimo afflusso e non avresti tutta l'attenzione che invece ti viene dedicata nei momenti più tranquilli.
RispondiEliminaa presto