Il paese di Colonno, attraversato dalla statale Regina, dista circa 25 km da Como;si specchia nelle acque del lago tra Argegno e la punta di Balbianello e appare quasi arrampicato sulle ripide falde del monte Costone.
Il nome Colonno trae origine, a quanto pare, da una colonia di greci qui esportati, più di duemila anni fa, da Giulio Cesare. Il suo territorio si estende dalle cascate delle Camogge fino al confine con la Casa Rossa, ora casa di cura Villa Stefania.Questa zona è chiamata "Zoca de l’oli", ossia "Conca dell’olio": acque calme e lisce, come l'olio ancora prodotto artigianalmente dagli olivi coltivati su questa costiera. Dietro l’abitato sono subito visibili i terrazzamenti e i muriccioli, costruiti nel passato dai suoi abitanti, per ricavarne terreni coltivabili.
Proprio le donne di Colonno, dalla fine dell'Ottocento fino ad oltre gli anni del boom economico del secolo scorso, si assoggettarono a straordinarie fatiche, coltivando e raccogliendo, in quel tormentato ed erto pezzo di terra, un faticato prodotto di frutta ed ortaggi che, insieme al burro "nostrano" e ai formaggi dell'alpe, portavano di buon mattino sul mercato di Como, inondando dei profumi provenienti dalle loro gerle, ricolme di ogni bendiddio, i battelli della navigazione lariana. La loro attività era tanto intensa da spingere qualcuna di loro ad offrire vegetali pseudo-autoctoni alle sposine della Tremezzina, che pur avrebbero dovuto nutrire dubbi sulla reale provenienza degli esotici prodotti, ma tant'è. L'ingenua di turno ci cascava, ed eccola proclamare, agli esterefatti familiari, di aver comprato un'autentica rarità: le banane nate sui ciapèj (sassi) di Colonno.E' rimasta questa filastrocca ad immortalare la capacità lavorativa delle donne di Colonno e il loro proverbiale spirito di commercio:
El fa minga in temp el batel a rüà
che i donn de Culonn
inn i prim a sbarcà
cun gerli e cavagn, cume i asen cargà.
Persin sü i sass lur te fan i danée!
Non fa in tempo a giungere il battello
che le donne di Colonno
sono le prime a sbarcare
con gerle e ceste, cariche come asini.
Persino dai sassi traggono denaro!
disegno di Artè
Nessun commento:
Posta un commento