
Un abbinamento che, negli ultimi tempi, è diventato un classico in famiglia: Pimm's allungato con acqua tonica ghiacciata e fettina d'arancia + crostini all'acciuga = VERY GOOD!

Un abbinamento che, negli ultimi tempi, è diventato un classico in famiglia: Pimm's allungato con acqua tonica ghiacciata e fettina d'arancia + crostini all'acciuga = VERY GOOD!
Per 4-5 persone:
1 pettorina di baccalà sotto sale
4 belle patate a pasta gialla
2 cipolle bionde
1 foglia di alloro
olio extravergine di oliva
sale, pepe del mulinello
vino bianco secco
1 spicchio d'aglio
un ciuffo di prezzemolo
farina q.b.
Ammollare il baccalà per qualche giorno, rinnovando spesso l'acqua. A tempo debito, asciugarlo, spellarlo, privarlo delle lische e tagliarlo a pezzi non troppo grandi. Lessare le patate con la buccia per una trentina di minuti (devono rimanere leggermente al dente), pelarle e lasciarle raffreddare. Sbucciare le cipolle, affettarle sottili, metterle ad appassire in un tegame con qualche cucchiaio d'olio e la foglia di alloro. Quando le cipolle saranno morbidissime, salarle e peparle, toglierle dal tegame, unire nel recipiente ancora un filo d'olio, lasciarlo scaldare e mettervi a dorare il baccalà, leggermente infarinato. Rosolarlo per 4-5 minuti, sfumandolo con un po' di vino bianco (riscaldato a parte). Ungere d'olio una pirofila da forno, sistemarvi all'interno le patate tagliate a fette, salarle e peparle. Disporvi sopra i pezzi di baccalà e le cipolle. Cospargere con un trito finissimo di prezzemolo e aglio, spolverando con una cucchiaiata di pane grattugiato. Un filo d'olio e in forno caldo a 180°C per 15' circa.
Una breve sosta ad Alba per un giro nel centro storico e l'irrinunciabile acquisto di un profumato
tartufo bianco.
Carrù, in provincia di Cuneo, si trova al margine estremo della pianura piemontese verso le Langhe, sulla sponda sinistra del fiume Tanaro. Di provata origine romana, deriverebbe dalla leggenda secondo la quale "carruculum" sarebbe il piccolo carro che avrebbe trasportato il dio Giano, ubriaco e barcollante, dopo un vagabondaggio in queste terre.
In piazza Dante siamo rimasti affascinati dagli affreschi dipinti sulla facciata dell'antico palazzo Boschetti-Dalanzo-Avagnina, che prende il nome da famiglie del luogo. La decorazione è giocata su finti elementi architettonici, come le cornici delle finestre, la gabbietta con l'uccellino, il vaso di fiori, i vetri rotti dipinti e soprattutto la sorridente figura della dama, che si affaccia da una finestra con la rocca e il fuso tra le mani. Il turbante incornicia il viso tondo e allegro della donna; la sporgenza del ventre sotto le pieghe del vestito fa pensare a una maternità. L'immagine racconta un frammento di vita quotidiana lontana nel tempo e il turista non può sottrarsi al fascino misterioso che la giovane dama emana.
Il piccolo centro è famoso per la Fiera del Bue Grasso che si tiene, da quasi cento anni, il secondo giovedì antecedente il Natale. Il giorno della fiera il paese si veste a festa, animandosi di personaggi, allevatori, ambulanti, consumatori ma soprattutto di bestiame, animali da carne che sono diventati il fiore all'occhiello della zootecnica locale. L’allevamento del bue grasso è rigoroso e costosissimo: l’animale deve essere di razza Piemontese, castrato entro i 2-4 mesi di età. Per fregiarsi del titolo di bue grasso di Carrù deve avere la dentizione da adulto completa (8 denti). Allevato soprattutto nelle Langhe, la castrazione lo rende mite e forte per il lavoro. A fine carriera viene messo a riposo e ingrassato con alimenti esclusivamente naturali, per rendere più morbida e saporita la sua carne, che sarà di colore rosso intenso, compatta e matura, con il pregio di poter essere frollata a lungo.
Gli estimatori di tale nobile prodotto vanno letteralmente in pellegrinaggio nelle macellerie locali per farne provvista (nemmeno noi siamo sfuggiti al rito, presentandoci dal signor Claudio G armati di borse frigo!).