Oggi mia nonna festeggerebbe il suo centesimo compleanno. Nata nel 1911, ha attraversato un secolo afflitto da due guerre mondiali, visto l'uomo arrivare sulla luna, conosciuto dolori e gioie, affrontato la vita con fede e coraggio. Vita laboriosissima la sua (non credo di averla mai vista con le mani in mano), caratterizzata da una grande generosità e carità cristiana, espressione di quella fede semplice ma autentica che non si basa su dotte esegesi del Vangelo, ma applica la Parola di Dio nella vita quotidiana, con gesti concreti e costanti. Proprio stamattina mia madre mi raccontava di un piccolo ma significativo episodio accaduto alla sua veglia funebre, avvenuta nel maggio del 2001. Tra le tantissime persone venute a renderle l'ultimo omaggio si presentò, verso sera, anche il messo comunale. Forse dovette intuire lo sguardo di sorpresa di mia madre (non era una persona del nostro entourage familiare), perché si sentì in dovere di precisare il motivo della visita: "Non mi dimenticherò mai di questa signora: ogni volta che mi incontrava, aveva sempre una parola dolce e gentile nei miei confronti, ed ho voluto venire a salutarla per l'ultima volta.". La sua generosità era proverbiale; non accadeva mai che una persona bussasse alla sua porta senza essere accolto con bontà, fosse pure uno sconosciuto. Ricordo che, verso i suoi ultimi anni, mi capitò di assistere a questo episodio: ero andata a trovarla e, ad un tratto, bussarono alla porta di casa. Era un extracomunitario che vendeva le solite cianfrusaglie; lei, non avendo bisogno di nulla, prese comunque il borsellino che teneva in un cassetto della credenza e gli diede mille lire, quasi scusandosi per non avere comprato la merce. Quando l'individuo se ne andò, la rimproverai severamente e la ammonii di non far vedere mai più ad estranei dove teneva il denaro. Lei mi guardò con quei suoi occhi di cielo, innocenti come quelli di un bambino, e parve non rendersi conto del gesto imprudente. La sua fiducia verso il genere umano era totale. Ha avuto un marito che ha amato moltissimo, tre figlie e sei nipoti. Mia madre e le sue sorelle mi hanno sempre raccontato che la nonna era molto severa con loro, mentre era dolcissima con i nipoti. Ci raccontava un sacco di fiabe, ci preparava torte e biscotti, ci sferruzzava maglioni a ciclo continuo. Io, forse perché porto il suo nome, ero un po' la sua preferita; aveva così tanta considerazione di me che quando mi sposai (era l'anno in cui convolarono a nozze anche il principe Carlo e Lady Diana) ebbe a dire alle sue amiche: "Non capisco, si è sposata anche mia nipote ma non ha fatto tutto il "burdell" che hanno fatto quelli lì!". Nonostante siano già passati dieci anni dalla sua morte, mi manca molto. Mi mancano i suoi consigli, sempre così giusti, mi manca il suo amore. Non riesco quasi ad immaginare quanto manchi a mia madre, che viveva con lei. Erano così unite ed affiatate, nonostante gli inevitabili battibecchi dovuti al carattere volitivo di entrambe!Oggi voglio solo dirle una parola: Grazie.
grazie a te cara Eugenia per questo scritto cosi intimo,io rimpiango molto di non aver mai avuto la gioia di conoscere le mie nonne....mi sono sempre mancate...Un abbraccio cara
RispondiEliminasono stata molto fortunata, è vero. Anch'io non ho conosciuto la mia nonna paterna, morta giovanissima, ma ho avuto l'immenso dono di godere della presenza della nonna materna fino all'età adulta.
RispondiEliminaTi abbraccio
Mi emoziono sempre con post come questi, grazie per averlo scritto, si legge benissimo che è scritto con il cuore e tanto amore.
RispondiEliminati somiglia molto.
RispondiEliminaChe bella la tua nonna!e che bello il tuo ricordo.Vorrei tanto che anche i miei nipoti mi ricordassero così e forse uno o due lo faranno...
RispondiEliminaqueste parole mi hanno commosso... anche a me manca molto mia nonna materna, sono praticamente sempre stata con lei, prima nelle vacanze , poi durante l'università e poi perfino da sposata, era la grande alleata di mio marito che l'adorava, come tutti noi. era l'ago della bilancia, era la saggezza e la dolcezza, era la certezza di un consiglio sincero e pieno dell'esperienza di chi la vita la conosce bene! ora nn c'è più ed il vuoto è rimasto incolmabile... mi manca terribilmente e non sai quanto ti capisco.
RispondiEliminamariangela
non solo il nome hai di lei, quanto passa da madre in figlia e quanto da nonna a nipote, certi marchi non solo genetici, ma relativi all'essenza al dilà degli anni anagrafici e delle culture del proprio tempo, l'identità ha radici antiche, anch'io porto il nome di mia nonna materna e di lei sono fiera per quei tratti del carattere che aveva, femminismo ante litteram, etica nel comportamento più che le menate dell'apparenza, fierezza di giudizio, affetto nella sostanza dell'essere più che nelle parole, amore vero per il nonno, quando lui era alla guerra del '15 lei fece il voto -c'era quest'usanza- di fare il pelleggrinaggio a San Nicola di Bari, che non era proprio dietro l'angolo, dall'abruzzo più di trecento kilometri con le distanze dei viaggi di allora e di privarsi di tutti i suoi averi in gioielli e così fu, il nonno mugnaio tornò e nel 20 nacque mamma,
RispondiEliminaperciò un pensiero d'omaggio alla tua cara nonna bella!
Care Erica, Artemisia,Annamaria, Mariangela, Papavero
RispondiEliminae' davvero bello avere ricordi e affetti in comune; un dono grande l'amore e la presenza dei nonni. Annamaria, tu sei sicuramente una nonna stupenda e i tuoi nipoti sono molto fortunati.
un abbraccio affettuosissimo e grazie per la condivisione