Il contenuto di questo sito può essere riprodotto solo a condizione che ne venga citata chiaramente la fonte, che non venga utilizzato a scopi commerciali e che non venga alterato o trasformato.

mercoledì 30 aprile 2014

Zucchinette in fiore su salsa di pomodoro

Con l'arrivo della bella stagione, cominciano ad occhieggiare sugli scaffali del supermercato le invitanti confezioni di zucchine con attaccato il loro fiore. Chi si diletta a coltivare un orto, saprà certamente che è preferibile cogliere i fiori "maschili", ossia quelli dal lungo stelo, perché staccando quelli "femminili",  cioè quelli con attaccata la zucchina, si impedisce di fatto la crescita di quest'ultima. Entrambi i fiori, comunque, sono edibili e non ci sono sostanziali differenze di gusto. Quando mi trovo sottomano questo ingrediente, preferisco farcirlo con semplice crema di ricotta aromatizzata alla menta - mentre spesso lo vedo riempito con mozzarella e alici - e non lo friggo mai, poiché trovo che questo passaggio renda un po' pesante la preparazione, ma preferisco passarlo in forno. In questo caso, ho adagiato fiori e zucchine su un fondo di salsa di pomodoro dal gusto molto leggero; trovo sia stato un metodo indovinato per offrire un gustoso ma leggero antipasto vegetariano.

ZUCCHINETTE IN FIORE SU SALSA DI POMODORO
10 zucchinette con attaccato il fiore
250 g di ricotta di pecora
5 foglie di menta, tritate finemente
1 tuorlo
25 g di parmigiano grattugiato
sale, pepe appena macinato
300 g di passata di pomodori ciliegini
1 cipollotto, solo la parte bianca
olio extravergine
Lavare delicatamente le zucchine e i fiori, eliminando da questi il pistillo. Porli a sgocciolare su della carta da cucina. Versare la passata di ciliegini in una larga padella; aggiungere il cipollotto intero, un filo d'olio e un pizzico di sale. Cuocere per pochi minuti, giusto il tempo di far restringere un po' la salsa. Tenere da parte.
Preparare il ripieno dei fiori: mettere in una terrina la ricotta, mescolandola con una forchetta. Unire la menta tritata, il parmigiano, il tuorlo, un pizzico di sale e una macinata di pepe. Amalgamare con cura e travasare il tutto in un sac à poche monouso, senza bocchetta. Riempire i fiori con il composto e chiuderli, esercitando una delicata torsione sulla loro sommità. 
Per facilitare la cottura delle zucchine, si potranno praticare tre incisioni sul gambo, partendo dall'attaccatura del fiore. Prendere una pirofila e ricoprirne il fondo con la salsa di pomodoro. Disporvi sopra le zucchine con il loro fiore. Cuocere a 180°C per circa 25'. Servire tiepido.

Altri modi di presentare i fiori di zucchina ripieni:
fiori di zucchina ripieni alla robiola con ragu' di gamberi
spaghetti alle zucchine novelle con il loro fiore

martedì 29 aprile 2014

Salmone cottura CRISP con torretta di patate e spinaci

Mi segno velocemente la ricetta più per mia memoria, giacché trattasi di cucina quotidiana molto semplice, che per apportare novità al blog. Per quattro persone, si prendono due tranci di filetto di salmone (450 g circa); si risciacquano velocemente sotto acqua corrente; si tamponano con carta da cucina e si cospargono con un pizzico di sale su ambo i lati. Si dispongono sul piatto CRISP del microonde, cospargendole con dello zenzero fresco grattugiato e uno spicchio d'aglio, pure lui passato alla grattugia. Un rametto di timo profumerà il pesce. Niente grassi. Si fanno cuocere, in modalità CRISP, per 6 o 7 minuti. In verità, non ho guardato il tempo, ma mi sono basata sulla variazione di colore del salmone. Si lascia riposare in forno spento per due minuti, poi si divide ogni pezzo in due. Come contorno, ho preso spunto da un piatto ordinato recentemente al ristorante: si lessano al vapore alcune patate; si schiacciano grossolanamente con l'apposito attrezzo; si passano in casseruola con un pezzetto di burro e poco latte. La purea deve rimanere molto soda. Si condisce con sale. A parte, si scottano velocemente nel wok, con la sola acqua rimasta dal lavaggio, mezzo chilo di spinaci insieme ad una noce di burro aromatizzato con uno spicchio d'aglio. Dopo pochi minuti, si sala e si profuma con abbondante noce moscata. Si appoggia un anello d'acciaio ad un lato del piatto individuale, precedentemente riscaldato; si fa prima uno strato di spinaci, poi uno di patate. Vi si depone accanto il pezzo di salmone arrosto e si serve immediatamente. Anche questa è una pietanza senza glutine.

mercoledì 23 aprile 2014

Tartellette senza glutine ripiene di mousse al salmone e mousse al formaggio

Ero partita con l'idea di presentare il salmone affumicato non sul solito supporto di pan carré ai sette cereali - visto che avrei utilizzato altro pan carré per il foie gras - e così mi sono inventata questa brisée fatta con grano saraceno, farina di ceci e di riso. Piuttosto rustica di sapore e con una consistenza friabile, si è dimostrata all'altezza della situazione, accogliendo al suo interno delle mousse molto semplici.


TARTELLETTE GLUTEN-FREE RIPIENE DI MOUSSE

Pasta brisée senza glutine
Nota importante per i celiaci: tutti gli ingredienti utilizzati devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia o  riportare sulla confezione la scritta "senza glutine".
Dosi per 36 tartellette
diametro 5 cm (io uso gli stampi da minimuffin da 12 impronte cad.)
180 g di farina di grano saraceno
20 g di farina di ceci
50 g di farina di riso
1 cucchiaino di gomma xantano
1/2 cucchiaino di sale
125 g di burro
1 uovo
1 limone, solo la scorza grattiugiata
un paio di cucchiai di acqua gelata

Mettere nel boccale del robot da cucina le farine, la gomma xantano e il sale. Dare qualche colpo ad intermittenza per miscelare le polveri; aggiungere il burro a dadini e frullare di nuovo brevemente. Unire l'uovo; frullare  e, dopo qualche secondo, l'acqua - poca alla volta - fino a formare un panetto di giusta consistenza. Finire di lavorarlo brevemente sulla spianatoia, poi avvolgerlo in pellicola e metterlo a riposare minimo un'ora. Io lo preparo un giorno per l'altro. Al momento opportuno, stendere la frolla sulla spianatoia leggermente spolverata di farina di riso; con l'aiuto di un coppa pasta dentellato, 7 cm di diametro, ritagliare i cerchi.Disporli con grande cautela negli stampi, bucherellando il fondo con i rebbi della forchetta, e cuocere in bianco, a 170°C, per circa 12 minuti. Capiterà senz'altro che, a causa della grande fragilità dell'impasto, nel mettere i cerchietti nelle impronte se ne rompa qualcuno, generalmente sul fondo: utilizzare qualche ritaglio per rattoppare lo strappo (cuocendo, aderirà perfettamente). Io ho trovato utile, per spingere delicatamente il cerchio sul fondo dello stampo, l'utilizzo del pestello di marmo del mortaio.

Mousse
Frullare insieme 160 g di caprini, 200 g di robiola morbida e un cucchiaino d'olio extravergine. Togliere metà composto dal mixer e versarlo in una ciotola. Aggiungere erba cipollina, tagliuzzata, e una macinata di pepe. Mescolare bene.  Frullare  50 g circa di salmone affumicato con il resto della crema di formaggi, profumando  con la scorza grattugiata di mezzo limone non trattato. Mettere le mousse in due sac à poche munite di bocchetta  a stella. Riempire le tartellette decorando quelle con la mousse di salmone con uova di salmone e striscioline di salmone affumicato; le altre con un pezzetto di oliva verde. Consiglio di farsi aiutare da qualcuno nell'operazione riempimento: uno terrà ferma la tartelletta con delicatezza; l'altro la riempirà con la mousse.
Annota bene: le tartellette cotte in bianco si possono congelare, disposte in un solo strato, chiuse in una scatola ermetica. AL momento dell'uso, basterà toglierle la sera prima dal congelatore e passarle, ancora chiuse nella scatola, in frigorifero. Prima di riempirle, è consigliabile farle rinvenire in forno tiepido, facendole poi raffreddare.

martedì 22 aprile 2014

Flan di asparagi con salsa bianca

Non utilizzare gli asparagi in questa stagione sarebbe un delitto visto l'abbondante presenza di prodotto nazionale sul mercato e considerato i prezzi relativamente bassi.  Per realizzare i flan ho seguito la collaudata ricetta di quelli di zucca (eterna gratitudine a Cucurbita), accompagnandoli con una nuova versione della mia salsa bianca, che  avevo sperimentato lo scorso anno proprio in occasione del pranzo pasquale.

FLAN DI ASPARAGI CON SALSA BIANCA

Dosi per 12 stampini monoporzione
1 chilo di asparagi verdi
2 cipollotti
1 scalogno
una noce di burro
250 g di mascarpone
80 g di fecola di patate
4 uova
sale, pepe bianco appena macinato
burro per gli stampini

Mondare gli asparagi, eliminando la parte bianca del gambo e spellando con il pelapatate la parte finale dei gambi più grossi. Lavarli con cura; asciugarli; tagliarli a rondelle, lasciando intere le punte. Alla fine dell'operazione, dovreste avere circa 650 g di verdura. Far appassire, in poco burro, i cipollotti e lo scalogno tritati finemente. Unire gli asparagi, facendoli stufare a fiamma moderata per circa 15 minuti. A fine cottura, dovranno risultare bene asciutti. Per sicurezza, io li metto a raffreddare nello scolapasta, in modo da far perdere loro la residua umidità. Passare al mixer (si dovrebbero ottenere circa 420 g di purea).Versare il composto in una terrina, unendo il mascarpone, la fecola e le uova, uno alla volta, mescolando con delicatezza. Aggiustare di sale e profumare con una macinata di pepe. Imburrare generosamente gli stampini e riempirli con il composto. Cuocere a 160°C,  in un bagnomaria caldo, per 30 minuti. Per saggiare l'avvenuta cottura, introdurre uno spiedino di legno al centro: dovrà uscirne asciutto. Togliere dal forno e aspettare un paio di minuti prima di sformare nei piatti fondi, contornando con la salsa bianca e decorando con qualche punta di asparago, precedentemente lessata.

Salsa bianca per 8 persone:
1 noce di burro
1 cipollotto, tritato finissimo
due dita di Martini dry
250 ml di panna fresca
250 ml di latte fresco intero
sale
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
2 cucchiaini rasi di farina di riso (o maizena)

Fondere il burro in un pentolino; farvi stufare, per 5 minuti, il cipollotto. Sfumare con il vermut, poi allungare con la panna e 200 ml di latte. Sciogliere la farina di riso nei rimanenti 50 ml di latte freddo e aggiungere il composto alla salsa. Cuocere, a fiamma debolissima, finché la salsa ispessisce. Una volta pronta, aggiungere il parmigiano e sistemare di sale.

Menu di Pasqua 2014

Il giorno di Pasqua è stato, per me,  uno dei più belli di quest'anno, perché c'era tutta la famiglia riunita, compresi  mia mamma e mio fratello. Tempo splendido, giardino in piena fioritura, tanta gioia nei cuori. Il menu ha seguito un'impronta classica, cercando di rispettare la tradizione, con la novità delle tartellette di pasta brisée fatte con farine senza glutine. Avevo qualche perplessità sul gusto e la consistenza, essendo  un esperimento estemporaneo, ma devo dire che hanno superato brillantemente l'esame. Da raccomandare, la ricetta con cui è stato preparato l'agnellino dolce: un impasto molto fine e delicatamente profumato dalla presenza del Kirsch.

Menu per 8 persone
Tartellette gluten-free con mousse al salmone e mousse all'erba cipollina
Torta salata erbette e ricotta
Foie gras intero di anatra con pane tostato
Salmone affumicato
Casatiello (specialità del mio panettiere-non fotografato perché sparito in un lampo)
Flan di asparagi con salsa bianca
Agnello arrosto (procedimento simile al capretto)
Vitello arrosto
Insalata; asparagi lessati; peperonata
Fragole con gelato alla vaniglia
(per il gelato: 5 tuorli, 150g zucchero, 1 stecca di vaniglia, 1 pizzico di Neutrogel, un pizzico di sale,400 ml  latte intero fresco, 250 ml panna fresca. Fare crema inglese con tuorli mescolati a zucchero, sale, Neutrogel, semi di vaniglia e latte caldo. Appena vela il cucchiaio, togliere dal fuoco e unire la panna. Raffreddare immediatamente e lasciar maturare in frigo una notte. Prima di mantecare in gelatiera, passare la crema al frullatore ad immersione per 1 minuto)
Colomba
Agnellino Pasquale
Uova di cioccolato

Vini e Digestivi:
Spumante La Versa  Carta Oro Brut
Valpolicella Ripasso 2011
Limoncello DOP
Centrotavola di rose La Reine Victoria (Schwartz 1872) e garofanini inglesi.

domenica 20 aprile 2014

Buona Pasqua 2014

A tutti i lettori de La Belle Auberge
 l'augurio di una vera Pasqua di resurrezione. 
Ciascuno possa risentire nella propria vita le parole di Gesù: 
"Pace a te". 

"All'umanità che talora sembra smarrita e dominata dal potere del male, dell'egoismo e della paura, il Signore risorto offre in dono il Suo Amore che perdona, riconcilia e apre l'animo alla speranza" .
Giovanni Paolo II

giovedì 17 aprile 2014

Crema di fagioli del purgatorio con polpo e cipolla caramellata

Qualche settimana fa, controllando la dispensa, ho trovato un sacchetto, pieno a metà, di fagioli del purgatorio, una pregiata varietà di legume proveniente dal viterbese  che avevo acquistato al supermercato durante una promozione di prodotti tipici regionali. Questo fagiolo - bianco, di piccola dimensione e di delicato sapore  - non necessiterebbe di preventivo ammollo (così dicono le istruzioni sul pacchetto) ma io, dopo aver provato una prima volta, consiglio di lasciarli nell'acqua almeno 12 ore o ci vorrà molto tempo prima di considerarli cotti. Nella foto vedete il polpo solo lessato perché, in un primo tempo, mi sembrava la cosa migliore ma, dopo l'assaggio, ho capito che un contrasto di consistenze ci sarebbe stato bene, pertanto raccomando di tostare brevemente il polpo in padella (sul come, vedete qui) e servirlo croccante.

CREMA DI FAGIOLI DEL PURGATORIO CON POLPO CROCCANTE 
E CIPOLLA CARAMELLATA

Ingredienti per 4 persone
250 g di fagioli del purgatorio secchi
1 spicchio d'aglio
1 foglia di salvia
1 ciuffo di rosmarino
sale
pepe
olio extravergine
1 polpo (800-900 g)
paprika
1 grossa cipolla rossa
20 g di burro
un goccio d'olio
 2 cucchiai di zucchero di canna chiaro
1 cucchiaino di aceto balsamico tradizionale

Preparare la crema di fagioli: ammollare per una notte i fagioli in abbondante acqua fredda. Il giorno dopo, sciacquarli e metterli nella pentola a pressione, unendo uno spicchio d'aglio e le erbe legate con spago da cucina. Ricoprire con acqua sufficiente a superare di due dita i fagioli. Cuocere, dal fischio, per circa una quarantina di minuti. Scaricare il vapore; eliminare aglio e erbe; mettere nel frullatore e ridurre in crema unendo una fettina di aglio novello e un cucchiaio d'olio. Rimettere sul fornello; salare e tenere in caldo.
Lessare il polpo; scolarlo dopo averlo fatto raffreddare nella sua acqua di cottura; tagliare a pezzi  (in diagonale) i tentacoli. Saltarlo in padella antiaderente appena unta d'olio, unendo un pizzico di paprika.
Preparare la cipolla caramellata: sbucciare la cipolla; tagliarla ad anelli; metterla in un piatto fondo con mezzo bicchiere d'acqua. Coprire  e cuocere, in microonde, per 8' alla massima potenza. Trascorso questo tempo, sciogliere il burro in un padellino, insieme ad una lacrima d'olio; unire la cipolla con l'acqua rimasta e lo zucchero; cuocere fino a renderla morbida, asciutta e leggermente caramellata. Completare con un goccio di aceto balsamico tradizionale.
Mettere nei piatti fondi la crema di fagioli; distribuirvi il polpo e la cipolla, rifinendo con un giro d'olio e una macinata di pepe.

mercoledì 16 aprile 2014

Tartare di manzo

TARTARE DI MANZO CHEZ LA BELLE AUBERGE
Non che voglia insegnare ai gatti ad arrampicarsi, né che occorra la scienza infusa per preparare una tartare di manzo, ma questa è la maniera in cui la presento io. Occorre una buona carne, magari piemontese, ben frollata. Dopo averla battuta al coltello, la metto in una ciotola e la condisco con una lacrima di olio extravergine del Garda, profumandola con una foglia di alloro fresco, spezzettata in più parti, così rilascia più aroma. Niente sale. Dopo un riposo di circa mezz'ora, elimino l'alloro e metto la porzione di carne dentro un cerchio di metallo, badando di non pressare troppo. A parte, trito grossolanamente dei capperi di Pantelleria dissalati; qualche filetto di acciuga del mar Cantabrico, sott'olio; del cipollotto fresco. Dispongo questi triti su delle fette di limone non trattato e porto in tavola, decorando con quello che offre il giardino in quel momento. L'altro giorno si trattava di fiori di aglio orsino e di foglie di alloro. 
Nota : alcuni aggiungono anche l'uovo sodo, triturato, ma a me sembra un eccesso di proteine.

martedì 15 aprile 2014

Shirataki di konjac con curry di gamberi

Altra versione, leggermente più speziata, degli spaghetti di konjac. Pare che questa "finta pasta" stia conoscendo un successo commerciale incredibile perché l'altro giorno, tornata al supermercato, ho visto lo scaffale desolatamente vuoto. In questa ricetta ho aggiunto due ingredienti primaverili, le taccole e i piselli, e per rendere tutto più frizzante ho insaporito con della polvere di curry.

SHIRATAKI DI KONJAC CON CURRY DI GAMBERI

Ingredienti per 4 persone
2 confezioni di spaghetti di konjac (peso sgocciolato 400 g)
60 g di piselli sgranati
200 g di taccole
2 peperoncini verdi dolci, tagliati a cubetti
1 peperoncino rosso dolce, tagliato a julienne
1 foglia di alloro
1 porro (45 g), tagliato a julienne
2 cipollotti (65 g) , tagliati a julienne con parte del gambo verde
20 g di zenzero, grattugiato
1 spicchio d'aglio, grattugiato
olio d'oliva
un pizzico di pepe di Cajenna
1 cucchiaio di curry mild in polvere
300 g di code di gambero, sgusciate e private del budellino
sale


Scottare per 5 minuti,  in acqua bollente salata, i piselli, aggiungendo, dopo 4', le taccole. Scolare la verdura e raffreddarla immediatamente in acqua e ghiaccio. Scolarla di nuovo molto bene e tenerla da parte. Nel wok, scaldare un filo d'olio. Unire l'aglio, lo zenzero, la foglia di alloro, un pizzico di pepe di Cajenna e il curry. Rosolare per 1 minuto, poi aggiungere il porro,  i cipollotti e i peperoncini, mescolando velocemente a fiamma alta per 1 minuto. Aggiungere le taccole e i piselli, saltandoli per 30 secondi. Arrivati a questo punto, mettere in un angolo del wok le verdure; aggiungere nello spazio libero un goccio d'olio; scaldarlo; farvi saltare i gamberi, salandoli leggermente. Appena cambiano colore, unire gli spaghetti di konjac, precedentemente risciacquati sotto acqua corrente, scolati e tamponati con carta da cucina. Dare ancora un minuto di cottura e servire immediatamente nel piatto da portata riscaldato.

lunedì 14 aprile 2014

Zuppa all'acetosa

L'acetosa (Rumex acetosa) o erba brusca, è una pianta erbacea perenne provvista di una grossa radice dalla quale, in primavera, si sviluppa un fusto eretto, semplice o poco ramificato di colore rossastro, che può raggiungere l'altezza di un metro.La pianta contiene vitamina C, ossalato di ferro, acido ossalico e ferro. Ho in giardino l'acetosa da parecchi anni e ogni primavera raccolgo le prime foglie per fare questa zuppa, dal gusto molto particolare e acidulo. L'acetosa non va confusa con l'acetosella (oxalis acetosella), che ha piccole foglie trilobate e va consumata con molta cautela perché, rispetto all'acetosa, contiene una maggiore quantità di acido ossalico, che può provocare calcoli e danneggiare i reni. Ovviamente, anche dell'acetosa non bisogna farne abbuffate: basta aggiungerne qualche fogliolina alle insalate o preparare la zuppa una volta ogni tanto. L'inconveniente estetico dell'acetosa è che, appena viene messa ad appassire in pentola, cambia immediatamente colore assumendo un verde kaki poco invitante. Si può ovviare al difetto aggiungendo una manciata di spinaci alla minestra ma, se la cosa non disturba più di tanto, consiglio di lasciare le cose come stanno e gustarsi una "vera" zuppa di acetosa.

ZUPPA ALL'ACETOSA


Ingredienti per 4 persone
140 g di porro, tagliato a cubetti
3 foglioline di salvia
2 rametti di maggiorana
30 g di burro
3 patate medio piccole (320 g netti), sbucciate e tagliate a cubetti
250 g di acetosa
5 o 6 foglie di aglio orsino (o erba cipollina)
100 ml di panna fresca (o yogurt greco) per completare
sale
brodo vegetale
Lavare con cura le foglie di acetosa, eliminando i gambi e la costola centrale. Tagliarle grossolanamente. Sciogliere il burro in una casseruola e farvi sudare per qualche minuto il porro con la salvia e le foglioline di maggiorana. Aggiungere le patate, lasciandole insaporire brevemente. Unire l'acetosa e farla appassire; salare;  coprire con  circa un litro di  brodo vegetale. Cuocere per  20 minuti o fino a quando le patate saranno sfatte. Passare al frullatore, unendo le foglie di aglio orsino o l'erba cipollina. Rimettere in pentola; aggiungere la panna; assaggiare; regolare di sale e riscaldare dolcemente senza portare a bollore. Versare nei piatti fondi, guarnendo con  delle fettine di pane casereccio leggermente tostate.

Altra ricetta con l'acetosa: filetti di branzino con salsa all'acetosa

sabato 12 aprile 2014

Cusago in Fiore di Primavera 2014

Ritorna con la primavera il tradizionale appuntamento con "Cusago in fiore", la manifestazione florovivaistica dedicata agli appassionati del verde, organizzata come ogni anno da Proloco Cusago in collaborazione con l'Amministrazione comunale.

Sabato 12 e domenica 13 aprile, a presentare classici e novità di stagione, ci saranno i vivaisti storici e i nuovi produttori che si affacciano al mondo del verde. In questa edizione la mostra mercato sarà ospitata per la prima volta, oltre che nella tradizionale splendida cornice di piazza Soncino, anche sotto il loggiato e nella corte del Castello Visconteo, aperto per l'occasione.
Maggiori informazioni sul sito della Proloco Cusago.



Noi ci siamo stati stamattina, per dare un'occhiata agli stand prima dell'invasione di popolo che sicuramente ci sarà domenica. Purtroppo, questa è la mia impressione, rispetto alle gloriose edizioni di Giardini nel Tempo organizzate a Cusago negli anni scorsi, questa manifestazione mi sembra meno ricca e meno varia. La nota di colore c'è sempre, le piante sono belle, ma mancano i vivai storici come La Campanella di Padova, con le sue rose antiche, o Sandro Glorio e le sue Rose Profumate, oppure Anais di Milano, con i suoi fiori artificiali più veri del vero o i raffinati cappelli della Cappelleria Regge di Torino. Pochi anche gli stand di prodotti alimentari; forse bisognerà aspettare domenica. Nonostante tutto, l'occasione per aprire il portafoglio non è mancata: abbiamo comprato una serie di bellissimi garofani inglesi in uno stand gestito da un giovanottone che, dall'accento, era sicuramente ligure; poi, in altri stand, e' stata la volta di una lavanda Gold "Springbreak" dal Vivaio Vigo Gerolamo (Albenga)e una boccetta di olio essenziale di lavanda officinale, ad uso alimentare, da un produttore valtellinese: qualche goccia profumerà di Provenza i miei dolci estivi.
PS ci siamo tornati domenica mattina: gli espositori erano in maggior numero e ad essi si erano aggiunte le bancarelle del mercatino dell'antiquariato e quelle dei prodotti agricoli locali. Con l'occasione, abbiamo comprato tre piante di azalea presso un vivaio proveniente da Pallanza. Inoltre, nel cortile del castello visconteo, eccezionalmente aperto ma in uno stato spaventoso di degrado (sponsor, non lasciate  andare in malora questo monumento storico di immenso valore!), abbiamo ammirato alcune opere di pittori dilettanti.
PPS per chi volesse documentarsi sui miei acquisti  della settimana scorsa, ho aggiornato il post sulla manifestazione Giardini nel Tempo.

venerdì 11 aprile 2014

Shirataki di konjac con i gamberi

Gli shirataki di konjac sono una mia recente scoperta; visti sullo scaffale del supermercato e letto che contengono pochissime calorie, li ho messi immediatamente nel carrello della spesa. Gli shirataki (leggo su wikipedia) sono un tipo di spaghetti ricavati dalla radice del konjac, pianta nativa della zona subtropicale temperata asiatica. Hanno un basso contenuto di carboidrati e di calorie e sono particolarmente indicati nella dieta di Dukan e in tutte le diete basate su un apporto limitato di carboidrati; sono pertanto adatti all'alimentazione dei diabetici. Sono composti per la maggior parte da acqua e glucomannano . Il termine "shirataki", che descrive l'aspetto degli spaghetti, significa "cascata bianca". Non la trovate una bellissima definizione? Al di là delle possibili virtù dietetiche, li ho trovati di una bella consistenza e siccome il sapore è piuttosto neutro, per non dire nullo, basta vivacizzarli con qualche condimento in stile asiatico per tirarne fuori un piatto mica male.

SHIRATAKI DI KONJAC CON I GAMBERI
Ingredienti per 2 persone
3 snelli cipollotti, tagliati a julienne con parte del gambo verde
1 spicchio d'aglio novello, grattugiato
1 cucchiaio di zenzero grattugiato
1 peperoncino rosso dolce, tagliato a julienne
1 piccolo broccolo
300 g di code di gambero
1/2 lime, solo la scorza grattugiata
1 ciuffo di coriandolo, tritato
sale
1 cucchiaiata di salsa di soia
uno spruzzo di salsa d'ostriche (facoltativo)
olio d'oliva
1 confezione di spaghetti di konjak (200 g peso sgocciolato)


Innanzitutto dividere il broccolo in cimette; il torsolo si potrà conservare per aggiungerlo a una minestra. Lavare la verdura molto bene, poi scottarla in acqua bollente salata per 5 minuti. Scolarla, passarla in acqua e ghiaccio per fissarne il colore. Scolarla di nuovo e tenerla da parte. Pulire i gamberi, privandoli del guscio e del filo intestinale. Sciacquarli sotto acqua corrente, tamponandoli con della carta da cucina. Togliere gli spaghetti di konjac dalla confezione, metterli in un colino e risciacquarli brevemente. Scaldare un filo d'olio nel wok; mettere lo zenzero e l'aglio grattugiati e lasciarli sul fuoco 30''; aggiungere i cipollotti e il peperoncino a julienne, facendoli saltare un minuto. Unire i gamberi e, appena cambiano colore, le cime dei broccoletti. Dopo qualche secondo, mettere nel wok gli spaghetti di konjac e far saltare tutto per un minuto, condendo con la soia e la salsa d'ostriche. Decorare con un po' di coriandolo tritato. Servire immediatamente, nei piatti fondi riscaldati.

giovedì 10 aprile 2014

Polpette di tacchino in salsa al curry e cocco

Sono una grande amante delle polpette, penso che le loro declinazioni siano infinite: basta cambiare un ingrediente o il tipo di carne utilizzato ed ecco arrivare in tavola un piatto sempre nuovo e appagante. In questo caso, sono molto soddisfatta del risultato: avevo in freezer un pezzo di fesa di tacchino avanzato da una precedente preparazione, insufficiente a sfamare tutta la famiglia. Ho pensato allora di unirvi un po' di manzo e di mescolarci degli aromi esotici, cuocendo le polpette in una ricca e vellutata salsa. Provate a farle, sentirete che bontà e che morbidezza.

POLPETTE DI TACCHINO IN SALSA AL CURRY E COCCO

Ingredienti per 4 persone
Per le polpette
350 g di fesa di tacchino
150 g di scamone di manzo
1/2 cipolla rossa, tritata finemente
4 o 5 peperoncini verdi dolci (40 g al netto), mondati e tagliati a cubettini
un pizzico di coriandolo macinato
1/2 lime, solo la scorza grattugiata
1 cucchiaino di zenzero fresco, grattugiato
80 g di panna acida
1 uovo
sale fino
Per la salsa
1/2 cipolla rossa, tritata finemente
1 gambo di sedano, prelevato dal cuore, tagliato fine
1 spicchio d'aglio, grattugiato
1 cucchiaio di zenzero grattugiato
1 foglia di alloro (facoltativo)
2 cucchiai abbondanti di curry mild
200 ml di latte di cocco
farina di riso q.b.
olio d'oliva q.b.

Preparare le polpette: versare un filo d'olio in un wok e farvi appassire la cipolla tritata con un pizzico di coriandolo in polvere. Quando si sarà ammorbidita, aggiungere i peperoncini verdi; salare e  cuocere un paio di minuti. Far raffreddare. Passare al cutter le carni, frullandole  con la panna acida. Versare il preparato in una terrina; aggiungere il soffritto, la scorza grattugiata di mezzo lime, un cucchiaino di zenzero fresco grattugiato e l'uovo. Salare e amalgamare con cura. Consiglio di assaggiare il composto per valutarne la giusta sapidità. Formare poi delle polpettine, mettendole su un piatto man mano che vengono pronte e facendole rassodare una mezz'oretta in frigo (l'impasto è piuttosto morbido). Trascorso questo tempo, passarle delicatamente nella farina di riso e farle appena scottare in una padella antiaderente con un filo d'olio. Preparare la salsa: in una casseruola di rame o di ghisa (raccomando questi materiali perché sono ottimi conduttori di calore e i recipienti si possono anche portare in tavola, sempre che non si sia invitata a cena la regina Elisabetta), far scaldare  in un filo d'olio lo zenzero e l'aglio. Aggiungere subito dopo la mezza cipolla tritata (io ci verso sopra anche un po' d'acqua bollente, che aiuta a non farla colorire). Trascorsi 5 minuti, unire il sedano, finemente tritato, e la foglia di alloro (se piace). Salare leggermente. Immettere nel tegame le polpettine, cercando di non sovrapporle. In una scodella, sciogliere la polvere di curry e un cucchiaino di farina di riso (o amido di mais)  in 2 bicchieri d'acqua. Versare il miscuglio sopra le polpette, mescolando delicatamente. Chiudere con il coperchio e cuocere, a fiamma debolissima, per 30 minuti. Arrivati a questo punto, assaggiare la salsa e regolare di sale. Unire il latte di cocco e portare a leggera ebollizione. Se la salsa fosse troppo liquida, addensarla con ancora un po' di farina di riso diluita in un cucchiaio d'acqua fredda; se, viceversa, fosse troppo densa, allungarla con acqua bollente. Si puo' decorare con qualche foglia di coriandolo finemente tritata. Portare in tavola fumante, accompagnando con del riso jasmine.
Annota bene: non compro più la panna acida da quando ho capito quanto sia semplice farsela da sé: basta versare della panna fresca in una scodellina, aggiungere un po' di succo di limone e lasciar cagliare a temperatura ambiente per un paio d'ore. Poi si mette tutto a rassodare in frigo per una notte: fantastico!

martedì 8 aprile 2014

Cavolfiore arrosto alle spezie

L'ispirazione mi è venuta guardando questo sito ma poi, riflettendoci un po',  ho rimaneggiato la ricetta, dato che nutrivo dei dubbi sia sui tempi di cottura del cavolfiore che sul suo grado di piccantezza, considerando esagerata la quantità di peperoncino consigliata. Ho così deciso di dare una preventiva sbianchitura all'ortaggio utilizzando la cottura al microonde che, secondo me, se ben calibrata dà ottimi risultati, e di riequilibrare le dosi delle spezie. Cosa devo dire di questo piatto? O lo si ama o lo si odia, non ci sono vie di mezzo. A me e a mia figlia sono piaciuti molto sia la consistenza della crosta che il gusto, dove spicca il pungente aroma del lime, mentre mio marito mi ha detto, senza tanti giri di parole, che preferisce il cavolfiore cucinato alla vecchia maniera, ossia ridotto in cimette, sbollentato in acqua bollente e ripassato in padella con burro e aglio. I gusti non si discutono, si sa. L'autrice della ricetta, Erin McDowell, lo consiglia come piatto principale per una cena infrasettimanale, contornato da una bella insalata verde, o per quando si hanno ospiti vegetariani a tavola.

CAVOLFIORE ARROSTO ALLE SPEZIE
1 cavolfiore (il mio, mondato, pesava 650g)

lunedì 7 aprile 2014

E' fiorita!

E' tornata a fiorire la nostra peonia e, cosa mai accaduta, con quasi venti giorni di anticipo rispetto agli anni passati. Evidentemente, l'inverno mite  ha contribuito ad accelerare le fioriture, al punto che a febbraio avevo già visto spuntare le violette e le prime timide primule. Non so se per il raggiungimento di una determinata dimensione del cespuglio, ma i fiori non sono aumentati di numero, come invece accadeva sempre, e si sono attestati su una ventina (il record è del 2013, con 26 boccioli). Adesso non rimane altro che osservare lo sviluppo della peonia erbacea, cresciuta al piede di questa arbustiva. L'anno scorso, a causa delle frequenti piogge, i boccioli erano completamente marciti, impedendo la fioritura. Se vi state chiedendo di cosa stia parlando, date un'occhiata a questo post. Uno dei vantaggi dell'avere un blog è quello di conservare la memoria di certi avvenimenti che, sennò, andrebbe persa.  Invece, è dal 2006 che so esattamente quando  e quanti fiori sbocciano sulla bella peonia, senza contare che posso andarmi a rivedere tutte le fioriture delle rose e a tenere ben presente il nome di ognuna.





domenica 6 aprile 2014

Giardini nel Tempo 2014



Torna, come ogni anno, la manifestazione florovivaistica Giardini nel Tempo. Io ci sono stata ieri e, se potete, vi consiglio di farci una visita. Tra i tanti espositori, troverete uno dei miei preferiti in fatto di rose:  il vivaio La Campanella,  con bellissime varietà di rose moderne e antiche e clematis. Inoltre, vi suggerisco una sosta presso lo stand dell'Azienda Agricola La Margherita, dove potrete ammirare una delle più varie collezioni di erbe aromatiche e spontanee commestibili che io abbia mai visto.  Presto vi metterò le foto dei miei acquisti. See you later!

Presso il Parco Sandro Pertini in via Roma a Cesano Boscone (MI), su una superficie di circa 10.000 mq, il 5/6 aprile 2014 si svolgerà l'ottava edizione della mostra mercato di piante rare ed insolite 'GIARDINI NEL TEMPO'. Vivaisti d'eccellenza provenienti da tutta Italia proporranno piante rare, collezioni botaniche "a tema", piante acquatiche,perenni, aromatiche, orchidee, frutti antichi, ortensie, agrumi,arbusti insoliti, attrezzi, vasi, arredi e libri ecc.. La mostra si rivolge sia ad un pubblico di appassionati sempre alla ricerca di rarità botaniche, sia a coloro che si accostano per la prima volta al mondo del giardinaggio. L'evento ha come finalità la promozione, la condivisione e la divulgazione di un patrimonio botanico raro e specifico. 
Orari: 
sabato 10,00 - 19,30  
domenica 9,00 - 19,30 
info 3290597304 ingresso gratuito 

Piccolo riassunto degli acquisti:

Hierochloe odorata Erba del bisonte. 
Dal sito Clarins: pianta aromatica originaria dell’Eurasia e del Nord America. Questa erba aromatica delle terre fredde e umide termina la crescita alla fine dell’estate e può raggiungere i 60 cm di altezza. Per lungo tempo associata a pratiche religiose, tanto in America del Nord dove veniva bruciata come incenso tanto in Europa dove serviva a ricoprire il suolo all’ingresso delle chiese, deve il nome al greco "hieros", sacro, e "chloe", erba. Per l’odore delicato viene usata come base odorante in dolciumi e profumi. Profuma tra l’altro la celebre vodka Zubrowka il cui nome polacco significa "vodka di bisonte". Le proprietà medicinali l’hanno resa di uso corrente nel trattamento di tosse e mal di gola. 
Masticandone una foglia, si percepisce, verso la fine, un leggero sentore di vaniglia. Credo la userò per aromatizzare le macedonie di frutta estive.
Lepidium  sativo o Crescione inglese
Pianta annuale, facile da coltivare e di sapore gradevole; è caratterizzata da steli alti (circa 20 cm) e sottili con foglie sottili dalla forma ovale. Ha un gusto acidulo e piccante; è ricco di vitamine e sali minerali. Normalmente, ne aggiungo qualche rametto nelle insalate miste.

Coriandrum Sativum o Coriandolo
Fino a due anni fa non amavo molto questa erbacea annuale, dal sapore molto caratteristico. Ad un'occhiata superficiale può sembrare prezzemolo, ma l'aroma è completamente diverso. Io ne utilizzo i gambi e le foglie nei piatti di ispirazione thai, usandola con molta parsimonia.

Claytonia perfoliata o Lattuga dei minatori o Portulaca invernale
Pianta erbacea annuale. Originaria della zona montagnosa e costiera degli Stati Uniti occidentali, è oggi ampiamente naturalizzata anche nell'Europa occidentale, dove venne introdotta nel 1749. Molto ricca di vitamica C. Di aspetto e sapore abbastanza simile allo spinacio, la si usa per arricchire le insalate o i passati di verdura, nel ripieno dei ravioloni, insieme agli spinaci o alla borragine. Qualche fogliolina aggiunge sapore al mio tramezzino preferito.
 Rosa Heidi Klum  (Rosen Tantau 2006)

Rosa M.me Ernst Calvat (Schwartz 1888)
Immagine presa da qui , la mia non è ancora fiorita

giovedì 3 aprile 2014

Insalata di patate novelle... come la farebbe Oprah :)

C'è una scena del film The Butler. Un maggiordomo alla Casa Bianca in cui la moglie del protagonista, impersonata da una brava Oprah Winfrey, rivela all'amica Gina il segreto della sua strepitosa insalata di patate: "Be', ti dirò come ho fatto. Ho messo un po' di aneto nell'insalata, perché ho letto su Woman's Day  che i sottaceti attutiscono il sapore mentre l'aneto lo esalta". Se non ricordo male, l'insalata del film sembrava contenere anche della maionese, che io aborro, quindi ho pensato di utilizzare il componente segreto di Oprah lasciando perdere alcuni ingredienti tipici della ricetta americana, come il latticello e la famigerata maionese. 

 INSALATA DI PATATE NOVELLE ALL'ANETO

Per 4 persone
600 g  di patatine novelle
1 scalogno
2 o 3 cucchiai di aneto fresco, tritato
1 cucchiaio di prezzemolo, tritato
sale fino

Per la vinaigrette alla senape
1 cucchiaino colmo di senape di Digione
1 cucchiaio di aceto di mele
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
pepe bianco,  appena macinato

Sbucciare le patate; è un'operazione alquanto noiosetta dato le piccole dimensioni: potete semplicemente spazzolarle con cura. Lessarle al vapore finché saranno morbide. Una volta pronte, dividerle a metà, disponendole in un'insalatiera. Salarle  e condirle immediatamente con lo scalogno tritato e la vinaigrette. Mescolare con delicatezza, spolverando con le erbe aromatiche. Volendo, alla vinaigrette si può aggiungere qualche cucchiaiata di yogurt denso. 
Io l'ho servita con le thai fish cake e la loro salsa agrodolce.

mercoledì 2 aprile 2014

Quinoa calda con broccoli, mandorle tostate e ricotta salata

Prima che i broccoli "passino in fanteria", visto che siamo ormai alla fine della loro stagione, pubblico questa ricetta che , opportunamente variata con altri tipi di ortaggi, rappresenta la versione "calda" delle tante insalate di quinoa che ho proposto in questi anni. In famiglia piace moltissimo, anche perché siamo amanti delle brassicacee, e rappresenta un'alternativa alla solita pasta e broccoli. Il tocco croccante delle mandorle e il sapido della ricotta si combinano bene con il gusto un po' piccante della verdura.

QUINOA CALDA CON BROCCOLI, 
MANDORLE TOSTATE E RICOTTA SALATA

Ingredienti per 4 persone
Per la quinoa
150 g di quinoa bionda
280 g di brodo vegetale
1 cucchiaio di olio extravergine
1 pizzico di semi di cumino
sale q.b.
Per i broccoli
400 g di broccolo
2 cucchiai di olio extravergine
1 spicchio d'aglio, grattugiato
1 cucchiaio di zenzero fresco, grattugiato
1 cm di pasta di harissa 
1 filetto d'acciuga sott'olio
Per la guarnizione
100 g di ricotta salata, tagliata a petali
50 g di mandorle a fette, tostate a secco in padella antiaderente
Innanzitutto pulire il broccolo: eliminare le foglie e il torsolo (si possono impiegare in una crema di verdure) e staccare le infiorescenze, dividendo a metà quelle più grosse. In poche parole, tutta la verdura deve avere le medesime dimensioni. Scottare i broccoli in acqua bollente salata per 3 minuti, poi prelevarli con un ramaiolo e metterli a raffreddare in acqua e ghiaccio. Scolarli di nuovo e tenerli da parte. In un wok, sciogliere nell'olio, a fiamma bassa, l'aglio, lo zenzero, il filetto di acciuga e l'harissa. Alzare la fiamma e far saltare nel condimento le cimette di broccolo, cuocendole per qualche minuto e cercando di mantenerle leggermente al dente. 
Preparare la quinoa nel solito modo:mettere la quinoa  in un colino; lavarla accuratamente e a lungo sotto acqua corrente, strofinando i grani tra le dita per eliminare la saponina, una sostanza che le conferirebbe un sapore amaro. Scolarla molto bene. Scaldare in una padella antiaderente un cucchiaio d'olio con  un buon pizzico di semi di cumino. Quando la spezia comincerà a sprigionare il suo profumo, unire la quinoa e farla tostare brevemente. Coprire con il brodo bollente, leggermente salato,  e cuocere per 15-20 minuti, fino a quando la quinoa si presenterà gonfia e con un anellino bianco a far da corona a ogni chicco.Unire nel wok la verdura precedentemente preparata e mescolare il tutto delicatamente, facendo scaldare bene. Regolare di sale. Servire in un piatto ampio e profondo, precedentemente riscaldato in forno, presentando a parte le ciotoline contenenti  la ricotta salata e le mandorle tostate, da cui ogni commensale si servirà a piacimento.