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venerdì 4 marzo 2011

Challah, il pane del Sabato

La challah è un pane della tradizione ebraica, bianco e soffice, di gusto leggermente dolce, assai simile a una brioche. Le informazioni sul significato simbolico di questo pane si possono trovare su molti siti, io eviterò di darne poiché non vorrei incorrere in imprecisioni.Questa è una versione che mi è stata ispirata dalla lettura di un articolo, apparso un paio di settimane fa sul Corriere della Sera, in cui si intervistava una cosmopolita signora, Sophia Bapt,la quale, dopo aver vissuto in vari angoli del pianeta, approdata a Milano ha iniziato a dare lezioni di cucina in casa propria, mettendo a frutto la vasta esperienza gastronomica accumulata nei suoi viaggi. Il pane può essere diviso in 3, 4 o 6 fili, da intrecciare tra loro. Io, come la solito, ho fatto un po' un pasticcio con l'intreccio e la prossima volta sceglierò la più tranquilla versione a tre fili. Quello che vorrei sotttolineare, è la grande morbidezza e fragranza di questo pane, che si conserva, ben fasciato nella carta alluminio, per diversi giorni.


Ingredienti per una grossa treccia:

500 g di farina (io ne ho usata una speciale per pane bianco)
15 g di lievito di birra fresco
150 ml circa di acqua tiepida
3 cucchiaini di zucchero
50 g di olio d'oliva
2 cucchiaini rasi di sale
2 uova
per il decoro:
un uovo sbattuto e semi di sesamo

Sciogliere il lievito nell'acqua zuccherata e lasciarlo riposare per dieci minuti (così raccomanda la signora Sophia). Setacciare la farina, facendola cadere nella ciotola dell'impastatrice. Unire il lievito, cominciando a mescolare con il gancio. Versare l'olio e poi le uova, leggermente sbattute e, per ultimo, il sale. Lavorare a velocita' media per almeno 10 minuti, aggiungendo ulteriore acqua se la massa dovesse essere troppo asciutta. Il composto dovra' diventare morbido e setoso. Far lievitare, coperto, per un paio d'ore, quindi riprendere l'impasto, lavorarlo un po' e dividerlo in 4 pezzi, che si arrotoleranno come bastoncini. Intrecciarli e, formata la treccia, porla dentro una pirofila rivestita di carta forno. Lasciarla lievitare un'altra ora poi spennellare con un po' di uovo sbattuto e spolverare con i semi di sesamo. Cuocere a 180°C per circa 30'.
Le dosi di S. Bapt
800 g di farina 00 mescolata alla Manitoba
1 cubetto di lievito
una tazza e mezza di acqua tiepida
1/3 di tazza di olio
2 cucchiaini di zucchero
1 cucchiaio di sale
2 uova + 1 per dorare


5 commenti:

  1. Ciao Eugenia,io faccio le challot a tre "fili" e con una ricetta leggermente diversa,ma fondamentalmente è la stessa tua.E' un pane che mi piace moltissimo e che lascio al naturale,senza semi di sesamo. Mi hai fatto ricordare che da un po' non la faccio,adesso rimedierò!Un abbraccio
    Annamaria

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  2. Eu, il pane della mia gioventù in casa da Venerdì sera fino alla Domenica mattino quando veniva tostato e mangiato a colazione. Sacro e profano si mescolano in questo impasto così speciale. Sacro dopo la preghiera e condivisione prima del pasto del Shabbat. Profano nel spalmarlo pesantemente con burro e confettura la mattina dopo quando ormai la preghiera era andato fino in cielo, la festa era nel pieno ritmo e la famiglia era a tavola insieme godendo colazione. Grazie per questa ricetta piena di ricordi! un abbraccio da ponente, P

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  3. @Annamaria: un abbraccio a te, carissima, e un saluto particolare a Sabina e alla sua famiglia. Questa treccia è veramente buona; avevo letto moltissime ricette in rete, ma non avevo ancora avuto occasione di provare a farla. E' l'ideale a colazione, spalmata con la marmellata della nostra comune amica Freya ;))
    @Puddin: la challah, un pane speciale:ti ringrazio moltissimo per la condivisione di questi bei ricordi.
    buona domenica
    eu

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  4. Cotto e sparito�� Amalia

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  5. Lo ricordo molto buono; devo rimetterlo tra le cose da fare. Grazie del feedback ;-)

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