La ricetta è un adattamento di quella del libro "Italian Easy: Recipes from the London's River Café" di Rose Gray (buonanima) e Ruth Rogers, fondatrici del leggendario ristorante londinese. Ho messo meno burro, meno uova, un po' meno di ricotta - preferendo quella di pecora a quella vaccina - ma l'idea di questa preparazione (che loro chiamano "sformata di ricotta", chissà mai perché, forse per adattarsi al femminile di ricotta?) mi è sembrata indovinata e inedita. I pomodorini, fatti leggermente pre-cuocere in forno con un rivestimento di burro e parmigiano, spargeranno per la cucina un profumo così delizioso che predisporrà a gustarsi il piatto finito. Può funzionare come antipasto ma anche come secondo: saranno le porzioni, più o meno generose, a decidere il da farsi.
RICOTTA AL GRATIN CON POMODORINI
Ingredienti per 6-8 porzioni
2 noci di burro
4 cucchiai di Parmigiano Reggiano, grattugiato
300 g di pomodorini di Pachino
1 grosso spicchio d'aglio, sbucciato e tagliato in due verticalmente
1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva + un piccolo extra
sale fino
pepe nero, appena macinato
4 uova, biologiche
400 g di ricotta di pecora
125 ml di panna fresca
2 cucchiaini di foglioline di timo fresco
Procedimento
Accendere il forno a 200°C. Lavare i pomodorini, privandoli del picciolo. Asciugarli con cura. Ungere con una noce di burro una pirofila da forno, diametro 24cm. Cospargerla con due cucchiai di parmigiano. Aggiungere i pomodorini e l'aglio. Condire con un cucchiaio di olio, sale e pepe. Scuotere la pirofila per rivestire i pomodorini con il formaggio. Infornare e cuocere per 15 minuti, fino a quando la buccia dei pomodorini comincerà a spaccarsi. Scuotere di tanto in tanto la teglia, per permettere una cottura omogenea. Trascorso il tempo indicato, togliere i pomodorini dal forno. Travasarli in un piatto con i loro succhi e lasciarli raffreddare, eliminando l'aglio. Far raffreddare anche la pirofila, ma non lavarla. Ungerla poi con il rimanente burro. Portare il forno a 180°C. Nel boccale del robot, munito di lama di plastica, versare la ricotta ben sgocciolata. Frullarla per qualche secondo per cominciare a renderla cremosa. Aggiungere le uova e frullare di nuovo fino ad ottenere un composto liscio. Unire la panna fresca e un cucchiaino di foglioline di timo. Condire con sale e pepe e frullare di nuovo. Versare il preparato nella pirofila. Cospargere la superficie con i pomodorini, il loro succo, il rimanente cucchiaino di foglioline di timo. Spolverare con due cucchiai di parmigiano e con un filo d'olio. Cuocere in forno caldo per circa 20 minuti. Servire tiepido.
Uso abbondantemente la ricotta e vari sono i piatti in cui la inserisco, in modo più o meno presente, ma così non l'ho mai vista. Precisiamo, non è che sia un'enciclopedia, quindi può essermi sfuggita ☺. Però deve essere buona, così come la vedo mi attira e non poco. Grazie per averla condivisa, sei sempre una miniera di novità. Magari se fosse stata in mano mia l'avrei forse rovinata facendoci uno strato di brisè per contenerla. Io non sono capace di mantenere le cose così sole, devo dare sempre compagnia. Ti auguro una buona serata.Ciao Stefania
RispondiEliminaTra monti, mari e gravine
Ciao, Stefania. Anch'io ho pensato che basterebbe farci un base di brisee' e diventerebbe una magnifica torta salata. Comunque, anche nuda, si riescono a fare delle fette belle nette perché le uova compattano bene. Buona serata a te. Un abbraccio.
RispondiEliminaUna bella idea espressa e gustosa
RispondiEliminaGrazie, Carmine.
EliminaSi', me lo ricordo buono. Uno dei loro cavalli di battaglia (che avevano mutuato da certa nuova cucina californiana tipo Chez Panisse, dato che, mi sembra, nel nostro repertorio tradizionale io non l'ho mai visto). io non ci sono mai stato perche' e' veramente sempre costato un botto, soprattutto per quel tipo di cucna italiana alla portata della maggior part di noi cuochi casalinghi (pur vero che loro hanno sempre usato ingredienti ottimi). La loro cucina e' veramente semplice e per la maggior parte autentica, quanto meno nello spirito che la anima. Ovviamente hanno anche alcuni piatti che di italiano non hanno proprio nulla, ma buoni: torte di cioccolato ricchissime di panna e burro, mozzarella marinata in creme fraiche!, uso indiscriminato di certi ingredienti (aglio, finocchio, balsamico) eccc + ma rimane uno dei miei rimpianti: avrei dovuto andarci quando una delle titolari, la vera cuoca, era ancora viva e soprattutto avrei dovuto essere meno arrogante e accettare l'offerta di lavoro che mi avevano fatto tanto anni fa: sicuramente avrei imparato qcosa.
RispondiEliminaFra le loro ricette che mi piacciono di piu': le seppie arrostite sulla piastra e condite con una salsa di olio e peperoncino e la loro torta di ricotta e mandorle o polenta e mandorle: tutte le due grondanti burro ma buone. Non mi e' invece mai piaciuta quella che e' forse la loro torta piu' famosa: la chocolate nemesis, un mattone di cioccolato che pero' ha anche sempre suscitato reazioni estatiche. s
Anche a me non risulta una cosa tradizionale nostra, pero' devo dire che unire la ricotta ai pomodorini arrostiti e' un'idea niente male.
RispondiEliminaVolevo fare anch'io la nemesi al cioccolato (tante versioni in giro nel web) ma ultimamente, causa virus influenzali, mi da' nausea un po' tutto e credo aspetterò' tempi migliori. Ho letto da qualche parte che il marito architetto della titolare superstite aveva la nonna italiana e lui stesso e' nato a Firenze, ecco forse l'origine di questo interesse per la nostra cucina. Infatti, non mi spiegavo tutta la ricerca e l'amore per le ricette italiane da parte di un'inglese e un'americana. Sicuramente hanno fatto centro presso la clientela inglese e so che sono state una specie di nave-scuola per tanti chef famosi, a partire da un giovanissimo Jamie Oliver e da Hugh Fearnley-Whittingstall .
Tornando alla nemesi, credo sia anche una questione di gusti. Io, per esempio, nonostante abbia provato diverse versioni della caprese al cioccolato, sono arrivata alla conclusione che non e' uno dei miei dolci preferiti.
Un abbraccio
PS pero', mannaggia, non per accrescere il tuo rimpianto, ma un'esperienza al River Cafe' non me la sarei fatta sfuggire.
EliminaLa ricotta è estremamente versatile in cucina, lo vedo bene come un piatto con accompagnare un secondo sia di carne che di pesce
RispondiEliminaVero, Gunther. Bella idea.
EliminaLa proverò in versione monoporzione. Grazie Eugenia sono sempre alla ricerca di novità vegetariane per mio fratello.
RispondiEliminaCiao, Rosita! Spero che piaccia a tuo fratello. Ti confesso che io ne ho mangiata quasi mezza teglia da sola (ovviamente è stato il mio pranzo).
Eliminache bontà :-))
RispondiEliminaio sono alle prese con le marmellate, confetture, liquori e tutto il resto (20 kg di agrumi vari non trattati) ma questa delizia mi sa che la farò di corsa.
Grazie, cara Eugenia, tanti baci e vieni a Venèssia che femo un giro de bàcari!
Claudia
Ciao, Claudia, che bello rileggerti. Ti immagino sommersa dagli agrumi, con il cagnolino che osserva attento la scena. Chissà che prelibatezza le tue marmellate!
EliminaPS approfitterò senz'altro del tuo invito per un giro per bacari. In questi giorni stavo giusto studiando la genesi del tramezzino veneziano e mestrino.
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