Questo è il secondo sformato di verdura che preparo per mia nipote (il primo era con gli spinaci). Temevo che il sapore del broccolo romanesco le facesse storcere il naso e invece, dopo averlo assaggiato, ha fatto il caratteristico gesto dell'indice che trapana la guancia per dimostrare il suo gradimento :-)
Avvertenza: ovviamente, l'infante non ha usufruito della salsa al gorgonzola ma di un filo d'olio extravergine e una leggera spolverata di parmigiano grattugiato.
SFORMATINO DI BROCCOLO ROMANESCO
con salsa al gorgonzola dolce
Per sei stampini monoporzione occorreranno:
300g di broccolo romanesco (350g peso lordo)
25g di parmigiano grattugiato
250g di ricotta vaccina
1 uovo
1 spicchio di aglio nero (vedi foto sotto)
sale e pepe q.b.
burro per ungere gli stampini
Per la salsa al gorgonzola:
gorgonzola dolce q.b. (200g circa)
latte q.b. (2 bicchieri circa)
farina di riso (2 cucchiaini)
Lavare il broccolo e dividerlo in cimette, eliminando il torsolo e le eventuali foglie. Scottare le cimette in poca acqua bollente salata per 5 minuti. Scolarle bene e farle intiepidire. Nel bicchiere del food processor mettere la verdura e cominciare a frullarla grossolanamente. Aggiungere la ricotta, il grana e l'aglio nero e frullare di nuovo. Aggiungere anche l'uovo e frullare brevemente. Correggere di sale e profumare con una macinata di pepe. Sciogliere il burro e, con un pennello, ungere abbondantemente gli stampini. Cuocere in forno a 160 gradi, a bagnomaria, per mezz'ora o fino a quando, toccando uno sformato, questi risulterà' sodo al tatto. Mentre lo sformato cuoce, preparare la salsa. Tagliare a pezzetti il gorgonzola, privato della crosta, e metterlo in un pentolino. Coprirlo con il latte e portare dolcemente a bollore. Per addensare la salsa, aggiungere 2 cucchiaini di farina di riso e far cuocere,a fiamma bassa, per un paio di minuti.
Una volta pronti gli sformati, attendere un paio di minuti prima di rovesciarli sui piatti, contornandoli con la salsa calda.
Annota bene: se non avete l'aglio nero, poco male.
AGLIO NERO
L'altro giorno mia figlia, aprendo il vaso di coccio traforato in cui conservo le teste d'aglio, mi ha chiamata a rapporto e mi ha detto allarmata: "Ne ho visto di aglio "stagionato", ma come quello che hai nel vaso mai!". Subito ho cercato di rincuorarla, garantendole che la sua anziana mamma non è ancora sulla via del totale declino mentale e che quella roba nera era una chicca, una specialità abbastanza costosetta che giammai doveva essere buttata nel pattume, come lei meditava di fare. L'aglio nero è diventato uno degli ingredienti "trendy" di questi ultimi anni. Cuochi come Y. Ottolenghi e tantissimi altri lo usano per aggiungere un particolare sapore ai loro piatti. A me piace il suo gusto profondo, che ricorda vagamente la liquirizia e che si accorda bene con tante preparazioni. Ma come viene ottenuto l'aglio nero? Leggo su GreenMe: L'aglio nero viene prodotto lasciando
fermentare i bulbi di aglio fresco in un ambiente ad umidità e
temperatura controllate per 30 giorni. Non vengono aggiunti additivi o
conservanti. In seguito viene lasciato ossidare in una stanza apposita
per 45 giorni. Attraverso questo lungo processo, gli spicchi d'aglio si anneriscono
e si ammorbidiscono. Assumono inoltre un sapore simile a quello
dell'aceto balsamico o della salsa di soia. L'aglio nero perde il
classico gusto pungente dell'aglio tradizionale. In definitiva, è
l'alternativa dedicata a chi non ama l'aglio ma non vuole rinunciare ai benefici per la salute di questo prezioso alimento.
Bellissima ricetta! la conserverò per una delle mie cene di beneficenza. (il cavolo romanesco è il mio preferito, peccato che la stagione stia finendo ;-( )
RispondiEliminaCiao, Jasmin. Gia', peccato che la stagione stia finendo, ma per gli sformati sono gia' su piede di partenza i piselli, le fave, gli asparagi, gli spinaci...
Eliminamamma mia come promette bene questa piccola bea! bella idea:proprio in questi giorni sto riflettendo (per un progetto di lavoro) come pur amando le cose francesi tipo quiche e coccolino varie/sformatini di verdura... preferisca enormemente le nostre cose italiane a base di ricotta (al posto della panna), mi sembra che gli altri ingredienti ne escano, dall'incontro, meno offuscati
RispondiEliminas
cocottine!
RispondiEliminaCiao, Stefano! Dovresti vedere come le piace il pesce (coda di rospo, rombo, sogliola, salmone); lo preferisce alla carne. E per merenda: latte e canestrelli della Grondona o, in alternativa e solo quando andiamo il sabato a prenderci il cappuccino, quelli di Panarello, in via Belfiore.
RispondiEliminaIl mese scorso ho provato una ricetta presa da uno dei libri del River Café; uno sformato verde di ricotta. Nemmeno mi ricordo cosa c'era dentro per farlo diventare verde ma ho messo gli appunti da qualche parte. Pubblicherò presto.