domenica 24 aprile 2011
giovedì 21 aprile 2011
Giovedì santo
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi».Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi».
Pietro s’inchina verso Gesù. La sua mano sinistra ci parla di rifiuto: “Signore, tu lavi i piedi a me?” (Gv 13,6). La sua mano destra e il suo capo, in contrasto, si appoggiano con tutto il loro peso sulla spalla di Gesù. Pietro non guarda al Maestro, non può vedere neppure il suo volto che appare nel catino.
Nel Vangelo di Giovanni Gesù risponde alla domanda esitante di Pietro: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo” (Gv 13,7). E’ questa parola che si rispecchia nell’immagine. Adesso, in questa situazione, non conta il capire ma l’incontro, l’accettare un’esperienza. Il corpo di Pietro è un corpo che vive un processo, un incontro dalla testa ai piedi, una persona che scopre il suo bisogno di essere lavato, una persona che scopre allo stesso tempo la sua dignità. Sono bisognoso che il Maestro mi lavi i piedi, sono degno che lui mi lavi i piedi...
Di conseguenza non è il volto di Gesù che è al centro dell’immagine, ma il volto luminoso di Pietro sul quale si riflette il segno della dignità riacquistata.
Lo sguardo di Pietro è diretto verso i piedi di Gesù. Questi piedi sono smisurati, soltanto all’occhio di chi guarda l’immagine.Dallo sguardo di Pietro ci lasciamo condurre a questi piedi e scopriamo con lui che nell’esperienza che sta vivendo, intuisce una chiamata ad un servizio. “Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi”. (Gv 13,15). Pietro capisce in questo momento che il suo impegno sarà quello di ripetere gli stessi gesti di Gesù, non solo verso di lui, ma anche verso ogni fratello, verso il corpo di Cristo, il suo corpo ecclesiale.Dietro i personaggi, vediamo sul tavolo un calice con il vino e un piatto con il pane spezzato, elementi non relegati sullo sfondo, ma avvicinati all’evento che si vive al centro dell’immagine. La luce che emana il vestito di Gesù si riflette pure sull’angolo della tovaglia.C’è anche l’ombra delle due persone che abbraccia questi segni dell’Eucaristia, si tratta di un unico incontro. E’ la stessa luce che illumina pane e vino, le mani e i piedi del discepolo e del Maestro. E’ la luce della fedeltà di Dio alla sua alleanza, la luce dell’abbandono di Gesù nelle mani del Padre, la luce della salvezza. Il pittore, Sieger Köder, utilizza spesso il blu come colore della trascendenza. Il tappeto blu contrasta con i colori marroni, i colori della terra, che predominano nell’immagine. Il tappeto blu indica che il cielo si trova ora sulla terra, lì dove si vive il dono di sè per l’altro.L’immagine ci dice: se noi cristiani stiamo cercando il volto di Cristo, dobbiamo lasciarci condurre ai piedi degli altri, impegnarci in un servizio che riconosce la dignità, che accetta il bisogno dell’altro. Ma come vivere questo servizio senza offendere l’altro, se non lasciandoci lavare da una mano amica i propri piedi, riconoscendoci bisognosi? Là dove due corpi si intrecciano nel dare e nel ricevere si costruisce il corpo di Cristo, si inizia a capire cos’è l’Eucaristia.
Note: questa descrizione del dipinto di Sieger Köder si può trovare su diversi siti, impossibile risalire alla fonte originale.
martedì 19 aprile 2011
Charlotte di fragole 2011
Per 6-8 persone
Per la crema chantilly:
4 tuorli
115 g di zucchero
400 ml di latte fresco
3/4 di baccello di vaniglia
un pizzico di sale
4 fogli di gelatina Paneangeli
200 ml di panna fresca
Per la bagna: 50 g di acqua, 25 g di zucchero, 1/2 bicchiere di Kirsch Scaldare acqua e zucchero fino a quando sarà tutto ben disciolto. Far raffreddare; unire il Kirsch.
una confezione e mezza di savoiardoni sardi
400 g di fragole
2 cucchiai di zucchero
qualche goccia di limone
per guarnire:
300 ml di panna fresca
2 cucchiai di zucchero a velo
fragole q.b.
lunedì 18 aprile 2011
Semifreddo alla ricotta di Valeria
Le mie dosi, per uno stampo rettangolare da plum cake (capacità 3/4 di litro) sufficiente per 6 persone
300 g di ricotta di pecora freschissima
100 g di panna
75 g di zucchero a velo
1 foglio e 3/4 di gelatina Paneangeli
1 cucchiaio di Marsala
un pizzico di cannella in polvere
una manciata di gocce di cioccolato
Salsa d'arance per la farcitura:
200 g di succo di arance Navel
qualche cucchiaio di zucchero (dose a piacere)
1 cucchiaio di Grand Marnier
20 g di fecola di patate
Bagna: 50 g di acqua – 25 g di zucchero – Grand Marnier q.b.
Montare, con le fruste elettriche, le uova (a temperatura ambiente) con lo zucchero per circa 15', fino a quando la massa diventerà chiara e densa.Unire la farina setacciata, incorporandola con movimenti delicati della paletta dal basso verso l’alto. Versare in uno stampo con cerniera diametro 24 cm, imburrato e infarinato. Cuocere in forno preriscaldato a 180° C per circa 20 minuti. Far raffreddare e tagliare a fette.
Mettere a bagno in acqua fredda la colla di pesce. Setacciare la ricotta . Montare la panna non troppo ferma. Scaldare il Marsala, unire la colla di pesce strizzata, scioglierla bene e lasciar raffreddare. Unire alla ricotta lo zucchero, la cannella e, a filo e mescolando continuamente, la gelatina sciolta. Incorporare anche la panna montata., mescolando con delicatezza. Rivestire di pellicola uno stampo da plum-cake, coprire la base con uno strato sottile di pan di Spagna, bagnare con la bagna al liquore, strato di salsa d’arance, strato di 1/3 composto di ricotta, guarnire con un po' di gocce di cioccolato, altro strato di pan di Spagna inumidito con la bagna, salsa d'arance,altro strato di pan di Spagna inumidito con la bagna, salsa d'arance, ultimo strato di ricotta. Coprire il tutto con fette sottili di pan di Spagna, inumidire bene con la bagna. Lasciare il dolce in frigorifero almeno mezza giornata prima di servire. Accompagnare con salsa d’arance (preparata come la precedente ma con soli 10 g di fecola) o frutta fresca tagliata a pezzi e ciuffi di panna.
600 gr ricotta vaccina – 150 gr panna – 150 gr zucchero a velo – 7 gr colla di pesce – 2 cucchiai Marsala – 1 sospetto di cannella – uvetta ammollata o cioccolato fondente tritato.
Salsa di arance: 3 arance – zucchero a piacere – 1 cucchiaio di liquore all’arancia – fecola (10% peso del succo).
Sciogliere la fecola con un poco del succo freddo filtrato delle arance. Portare a bollore il restante
succo con lo zucchero, unire la fecola precedentemente sciolta e far addensare
NB – Risulta un po’ spessa: se si usa come salsa di accompagnamento non mettere quindi tutta la fecola.
Pan di Spagna: 4 uova – 100 gr. Zucchero – 100 gr. Farina – sale.
Sbattere le uova intere con lo zucchero per circa 15 min., unire la farina setacciata incorporandola con movimenti delicati della paletta ( usare anche un ragno) dal basso verso l’alto.
Cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 20 min.
Bagna: 50 gr acqua – 25 gr zucchero – scaldare – unire liquore all’arancia a piacere.Mettere a bagno in acqua fredda la colla di pesce. Setacciare la ricotta . Montare la panna non troppo ferma. Scaldare il Marsala, unire la colla di pesce strizzata, scioglierla bene e lasciar raffreddare. Unire alla ricotta lo zucchero, la cannella, la gelatina sciolta e delicatamente la panna montata. Rivestire di pellicola uno stampo da plum-cake, coprire la base con uno strato sottile di pan di Spagna, bagnare con la bagna al liquore, strato di salsa d’arance, strato di 1/3 composto di ricotta, guarnire con il cioccolato o l’uvetta, altro strato di ricotta, altro cioccolato od uvetta, ultimo strato di ricotta. Coprire il tutto con fette sottili di pan di Spagna, inumidire bene con la bagna.
Lasciare il dolce in frigorifero almeno mezza giornata prima di servire, ma può anche andare nel freezer. Accompagnare con salsa d’arance o frutta fresca tagliata a pezzi.
venerdì 15 aprile 2011
Torta salata alle bietoline e paneer
250 g di farina
50 g di olio d'oliva
40 ml di vino bianco secco
40 ml di acqua gelata
1 albume
1 cucchiaino raso di sale fino
1 cucchiaino di lievito per torte salate
Per il ripieno:
600 g di erbette (bietole)
2 cipollotti
1 cucchiaio di olio extravergine
3 pezzetti di fungo porcino secco
qualche rametto di maggiorana
250 g di paneer (o ricotta o robiola)
1 uovo+1 tuorlo
sale, pepe
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 litro di latte fresco parzialmente scremato
250 ml di panna fresca
125 g di yogurt intero
2 o 3 cucchiai di succo di limone
Crema di spinaci e aglio orsino
- per profumare delle creme a base di formaggio morbido( ottime da spalmare sui crostini all'ora dell'aperitivo)
- per fare un burro composto
- aggiunte, come tocco finale, alle minestre
- per profumare un olio da versare sulla pasta (o il riso) in bianco
- aggiunte alla royale di una quiche salata
Ingredienti per 4 persone
3 cipollotti
1 pezzetto di porro
poca erba cipollina
200 g di patate (2 medie)
1 litro d'acqua
15 g di foglie di aglio orsino
100 g di spinaci novelli
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 cucchiaio colmo di crème fraîche (o una noce di burro)
olio extravergine
sale, pepe dal mulinello
Per guarnire:
crostini di pane tostato
dadini di formaggio all'erba cipollina
L’Aglio orsino (Allium ursinum L.) è una pianta bulbosa, erbacea, perenne, eretta non molto alta, con fiori bianchi e foglie larghe, delicate e setose, dall’odore pungente di aglio appartenente alla famiglia delle Liliaceae come il tulipano, il giglio, il mughetto ed altre . La si può trovare nei nostri boschi a volte in popolamenti spesso massivi e fitti.
Farmacia
Ha proprietà depurative, antisettiche, antiasmatiche, ipotensive, diuretiche, vaso-dilatatrice, febbrifuga. Qualche manuale consiglia di mescolare nell’insalata le parti aeree ben fresche della pianta come cura depurativa contro le eruzioni cutanee. L’industria, da questa pianta, ricava disinfettanti e repellenti.
Cucina
Quasi tutte le parti delle piante di questa specie contengono sostanze dall’odore pungente (qualche autore ha ipotizzato che tali sostanze volatili abbiano la funzione di renderle inappettibili ai predatori naturali). Per questo fin dall’antichità sono state utilizzate dall’uomo come verdure aromatiche (vedi altre specie simili coma la cipolla (A.cepa L.), l’aglio (A. sativum L.), il porro (A. porrum L.) e altre). In certe zone, anticamente, l’Allium ursinum veniva usato come aglio comune da cucina.