martedì 7 luglio 2015

Nopi Restaurant. Londra. Di nuovo.

La bianca facciata del ristorante di Ottolenghi ci accoglie amica in una domenica piovosa, tipicamente londinese. Per sicurezza abbiamo fatto la prenotazione anche se, arrivando un po' in anticipo verso le 12.15, il locale è ancora semivuoto e ci sono persone che stanno finendo il breakfast o bevendo l'aperitivo. Come nostra abitudine (vedi il post del 2012), scegliamo piccoli piatti, in modo da poter gustare varie cose. Devo dire che l'attenzione al cliente è molto alta, specie per quanto riguarda i problemi di salute.  Avevo anticipato di essere allergica alle arachidi e chiesto se fossero presenti nelle insalate ordinate. Mi viene detto di no ma poi, qualche minuto dopo, si presenta un altro cameriere chiedendo se la mia è un'allergia molto forte, poiché alcuni ingredienti, come le mandorle, potrebbero essere state a contatto con l'elemento allergizzante. Lo rassicuro: no, non è il mio caso, e infatti tutto va liscio, ma apprezzo la premura.Ho letto da qualche parte che a settembre uscirà il nuovo libro di Ottolenghi - il quinto dello chef - intitolato NOPI, che raccoglierà le ricette dei piatti che vengono abitualmente cucinati nel suo ristorante di Londra. Scritto in collaborazione con lo chef di Nopi, Ramael Scully, dovrebbe essere un miscuglio tra le influenze mediorientali di Ottolenghi e quelle malesi di Scully.  Di sicuro, non lo farò mancare nella mia biblioteca.
Visitato domenica 31 maggio, a pranzo. 



Il buffet delle insalate è, come sempre, una tavolozza di colori. Melanzane, peperoncini e mandorle; barbabietole (che qui vanno forte) e chicchi di melagrana; cetrioli e fave risplendono invitanti sotto la luce delle lampade.


Pane a lievitazione naturale e un saporito olio extravergine predispongono il palato alle pietanze che seguiranno.

Insalata di melanzane arrostite (come le fanno loro nessuno), peperoncini in salamoia , yogurt e mandorle caramellate.

Insalata di ceci e zucca butternut,  briciole di feta, salsa al balsamico e foglie di basilico verde e viola. Da riproporre anche a casa: brillanti accostamenti.
Una delle cose che più mi sono piaciute: capesante dorate in padella su una doppia salsa di limone  e ortiche, accompagnate da un'insalatina di mela verde. Come direbbe De Sica: delicatissime!


Come dolce ho ordinato una mousse di cioccolato, aromatizzata con olio e scorzette d'arancia,  accompagnata da crème fraîche. Lo strato croccante era costituito da un crumble rossiccio di cui non ricordo nulla. Mi è piaciuta moltissimo, il cioccolato era veramente ottimo.

Mio marito, ricordando ancora il gelato di arachidi preso l'ultima volta, ha optato per dei financiers caldi al caffè e noci pecan, accompagnati da una squisita crema allo sciroppo d'acero.

NOPI
21-22 Warwick Street
London W1B 5NE
Tel: 020 7494 9584
contact@nopi-restaurant.com

13 commenti:

  1. Che strameraviglia!!! Sai per caso come arrostiscono le melanzane.

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    1. Credo nel forno ma, secondo me, c'entra molto il condimento (non risparmiano sull'olio, che usano in abbondanza a differenza mia) e un particolare mix di spezie. Hanno un sapore unico. Ho fatto diverse ricette di Ottolenghi con le melanzane, ma quel gusto non mi e' mai riuscito.

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    2. Isa, ho controllato in Ottolenghi: the Cookbook, hanno un Roasted aubergines with saffron yogurt. se ti interessa ti mando ricetta/ stefano

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    1. A quest'ora mi prenderei anch'io una doppia porzione di melanzane ;)

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  3. che bel report del ristorante di ottolenghi, chi invidia io spero d'andarci la prossima volta a Londra, è particolare la sua cucina

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    1. Una visita la merita. Forza Carmine, che poi ci fai un bel resoconto!

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  4. Particolarmente interessante ed intrigante,per ovvie ragioni,nel mio caso....Io ho avuto un' esperienza decisamente negativa da Nopi,ma vedo che il menu' e' adesso decisamente diverso in stile,moooolto piu' vicino all"'Ottolenghi classic",per cui penso che un'altra visita sia un must.
    Certo che i prezzi sono sull'audace,ah ah! Bacioni

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    1. Edith, cosa non ti era piaciuto del menu? Io non prendo mai le portate principali, ma ordino sempre tanti assaggi, soprattutto di verdure, che sono la cosa che mi intriga di piu'. Cosi' facendo, lascio lo spazio per i dolci, davvero ottimi. Per i prezzi, purtroppo, data la zona e la fama, si sa che non sono bassi ma ha ragione Stefano, qui sotto: ci sono tanti locali in giro che ti danno cose molto piu' ordinarie a carissimo prezzo.
      Un bacione.

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  5. mi segno quest indirizzo, nel caso andassi, come spero, a Londra !

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    1. Ne ho anche altri; quando vai fammi un fischio ;)

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  6. Bel reportage... per chi ama Ottlenghi, ecco un bel profilo sul New Yorker

http://www.newyorker.com/magazine/2012/12/03/the-philosopher-chef

forse l'ho già' scritto e se mi ripeto chiedo venia: lui molto bravo PERO' bisogna dare credito sempre anche sul culinary patner Sami Tamimi co/autore dei libri (forse non di tutti/e comunque quello che veramente e' in cucina)/inoltre fin quasi dall'inizio Ottolenghi come business non e' mai stato un two man show, ma il frutto di un lavoro di un'ottima squadra.

Io abito vicino all'Ottolenghi di Islington: il posto e' molto bello, molto curato e sicuramente molto scenografico. Non ci ho mai mangiato cose salate dato che a me il suo stile non fa impazzire (lo trovo sempre troppo e poi non amo i piatti ammassati di cose, che tendono a fare loro), ma i dolci sono molto, molto buoni... .certo alla fine negozio e negozi costosi..(ho visto eleganti signore spendere oltre cento sterline in pacchetti e pacchettino di roba da portare via)... ma la qualità' alta: a Londra sul versante food ci sono posti altrettanti cari ma nettamente peggiori... quindi...
i libri sono sempre ben fatti, ancorché' pieni di ricette lunghissime quanto a ingredienti... ma gli inglesi adorano questi piatti stracarichi di cose e di sapori (la mia critica principale che muovo alla cucina di Ottolenghi, quello che conosco dai libri, e' che alla fine i piatti hanno spesso lo stesso sapore, carichi come sono di aglio e solite spezie e tahini ecc...)/ io senza dubbio preferisco l'approccio di Claudia Roden/forse il libro migliore e' ad oggi Jerusalem, per me, dove avverto anche il desiderio di raccontare una più' autentica cucina locale, mentre negli altri libri spesso prevale, per me, quell'approccio "di tutto di più'" che a me non fa impazzire
stefano


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  7. Certamente Ottolenghi e' il prodotto di un team affiatato e intelligente, che ha fatto della cucina mediorientale un suo preciso marchio di fabbrica, rendendola pero' piu' moderna e attuale ed esteticamente molto attraente. Sull'uso e abuso di aglio, spezie e tahina sono d'accordo. Quando riproduco qualche sua ricetta, riduco all'essenziale l'aglio e l'olio, che sono sempre in quantita' eccessive per i miei gusti. Recentemente ho provato una sua ricetta di zucchine ripiene di riso. A me sono piaciute, era una preparazione molto ricca di profumi e abbastanza laboriosa, ma lontanissima da quello che intendiamo noi per un piatto del genere. Oltretutto, e qui ti do di nuovo ragione, la ricetta e' talmente lunga che non ho ancora trovato la voglia di riscriverla qui sul blog. Anche a me e' piaciuto molto Jerusalem ma Claudia Roden e' irraggiungibile! Ora vado a leggermi l'articolo su Ottolenghi.
    Un abbraccio

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