Samboseto è una frazione di Busseto, in provincia di Parma. Questi luoghi, oltre ad aver dato i natali al grande musicista e compositore Giuseppe Verdi (nacque nella frazione Le Roncole) sono stati anche terra di raffinati ristoratori come i coniugi Cantarelli, titolari della leggendaria omonima trattoria (2 stelle Michelin) che dagli anni Cinquanta agli inizi degli Ottanta fu considerata "come un faro della cucina, della cantina e
dell’accoglienza". Se ne occupò anche Mario Soldati che, nel 1957, dedicò ai Cantarelli uno spazio all'interno della sua trasmissione "Viaggio nella Valle del Po" (vedi in fondo al post). La ricetta che vi propongo oggi, però, non è della signora Mirella Cantarelli ma proviene sempre da Samboseto ed è stata pubblicata sulla pagina FB dedicata alla "Cucina Parmigiana" dalla signora Marina Merusi. Leggendo i commenti del post si può capire che il dolce è diffuso un po' in tutta la Bassa Parmense; è una crostata molto ricca di sapori e per gustarla appieno conviene lasciarla riposare almeno una notte. Io ho ridotto della metà le dosi della frolla e sono state sufficienti per una tortiera di diametro 22cm; anche i tempi di cottura si sono accorciati e sono bastati 45 minuti.
LA CROSTATA DI SAMBOSETO
250 g di farina 00
125 g di zucchero semolato
100 g di burro, morbido
3 tuorli d'uovo
1 cucchiaino da tè di lievito per dolci
un pizzico di sale
scorza grattugiata di 1/2 limone, non trattato
Per il ripieno
confettura di albicocche
savoiardi sardi imbevuti nell'Alchermes
amaretti secchi
caffè freddo (io l'ho preparato con 2 capsule di caffè lungo)
cioccolato fondente a pezzi
Procedimento
Preparare la frolla setacciando la farina e il lievito dentro una ciotola. Aggiungere un pizzico di sale e il burro a pezzetti. Manipolare il composto fino a formare delle briciole. In mezzo, versare i tuorli e lo zucchero, mescolandoli tra loro prima di unirli al composto sabbioso. Lavorare brevemente fino a formare una palla; avvolgerla nella pellicola e lasciarla riposare al fresco per un'ora.
Allestimento. Trascorso questo tempo, prendere 2/3 dell'impasto e stenderlo tra due fogli di carta forno. Disporlo dentro una teglia di alluminio (diametro 22 cm) foderata di carta forno. Bucherellare il fondo con i rebbi di una forchetta e spalmarlo con un velo di confettura di albicocche. Disporvi sopra i savoiardi passati nell'Alchermes su ambo i lati. Sopra di questi, disporre gli amaretti imbevuti nel caffè freddo. Ripartire il cioccolato (io ho usato cioccolato fondente in gocce) negli spazi vuoti lasciati dagli amaretti. Stendere la frolla rimasta e appoggiarla sopra tutto, saldando i bordi con i polpastrelli. Cuocere in forno statico, a 180°C per circa 45 minuti. La torta sarà ancora migliore dopo il riposo di un giorno poiché tutti i sapori avranno modo di svilupparsi e fondersi al meglio.
Il film è interessante peccato che sia così cavafiato e insulso il commentatore invece di lasciar parlare Cantarelli. Mi incuriosirebbe sapere chi poteva comprare vini francesi in quei posti.
RispondiEliminaQuello è un vizio che anche i giornalisti odierni non hanno perso. Amano talmente la loro voce che fanno le domande e poi non ascoltano le risposte o, peggio, le troncano proprio quando la cosa si fa più interessante. Credo che l'interesse per i vini francesi (tieni conto che siamo negli anni '50, periodo in cui i nostri produttori forse non erano ancora arrivati alla qualità eccelsa che possiamo vantare oggi) fosse appannaggio di pochi. Il signor Cantarelli aveva una clientela raffinata e in grado di apprezzare.
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