lunedì 31 marzo 2014

Endurance Crackers

Questa specie di crackers senza farina si possono proporre in tanti momenti della giornata, accompagnati da formaggi, chutney e confetture oppure sbriciolati sulle insalate. Leggeri ma nutrienti, grazie al mix di semi di cui sono composti- compresi quelli di chia che sono ricchissimi di calcio, vitamina C, ferro e potassio -  danno molta energia, senza contare che sono anche senza glutine, senza soia e senza zuccheri. Dopo aver provato la versione originale, ho formulato la mia personale, priva di aromi e con meno sale; avendo un gusto piu' neutro, i crackers stanno bene con tutto, dal  dolce al salato.



  ENDURANCE CRACKERS
ispirazione dal sito Oh She Glows

Ingredienti per una teglia rettangolare 28x24 cm





50 g di semi di girasole
50 g di semi di sesamo
50 g di semi di chia
50 g di semi di zucca
100 g di acqua
1 spicchio d'aglio, grattugiato
1 cucchiaio di cipolla grattugiata
foglioline di timo
1/4 di cucchiaino di sale fino
Porre i semi in una ciotola, mescolandoli tra loro. In un contenitore, versare l'acqua, il sale e gli aromi, miscelandoli con cura, poi aggiungerli ai semi, amalgamando accuratamente con una spatola. Stendere l'impasto in uno strato sottile, dentro una teglietta da forno rivestita con l'apposita carta. Cuocere in forno moderato (160°C per me vanno bene) per 30 minuti. Estrarre la teglia, tagliare in quadrati o rettangoli; girare i crackers e cuocerli ancora per circa 15 minuti. Attenzione a non farli scurire troppo. Si conservano un paio di settimane dentro un recipiente a chiusura ermetica.

Dopo aver fatto la ricetta originale, ho pensato di modificarla in base ai miei gusti e questa è la versione che mi piace di più. Ho tolto tutti gli aromi, in modo da avere un prodotto dal sapore neutro, buono da accoppiare sia con il salato che con il dolce. Inoltre, dato che i semi di chia costano parecchio (più di 5 euro un pacchettino da 200 150g), ne ho ridotto la quantità, aggiungendo i semi di  lino.

CRACKERS  BARRETTE ENERGETICHE AI SEMI
50 g di semi di girasole
50 g di semi di sesamo
30 g di semi di lino
20 g di semi di chia
50 g di semi di zucca
100 g di acqua
un buon pizzico di sale

Mescolare i semi in una ciotola. Aggiungere l'acqua in cui si sara' sciolto il sale; amalgamare con cura e stendere in uno strato sottile dentro una teglietta da forno  rivestita con l'apposita carta. Cuocere in forno moderato (160°C per me vanno bene) per 30 minuti. Estrarre la teglia, tagliare in quadrati o rettangoli; girare i crackers e cuocerli ancora per circa 15 minuti. Attenzione a non farli scurire troppo. Si conservano un paio di settimane dentro un recipiente a chiusura ermetica.

giovedì 27 marzo 2014

Mini scotch eggs: l'idea giusta per i pic-nic di primavera

C'è stato un tempo in cui le "uova scozzesi" (che con la Scozia, va detto, poco hanno a che vedere) erano  considerate una delle delizie gastronomiche del Regno Unito; secondo alcune fonti,  furono inventate nel 18° secolo dai magazzini Fortnum&Mason come spuntino per i loro ricchi clienti, mentre secondo altre, pare derivino da una preparazione indiana, le Nargisi Kofta, ossia uova sode avvolte in un impasto di carne speziata. Quale ne sia l'origine, la loro fama - molto appannata nel corso degli anni a causa del progressivo peggioramento della qualità del prodotto, che generalmente veniva venduto negli autogrill - si è diffusa in tutto il mondo ed è giunta fino a noi. Benché la versione originale preveda l'uso di uova di gallina, ho preferito (come molti) usare le uova di quaglia, perché  le loro dimensioni mi sembrano più comode da sbocconcellare durante un buffet.

MINI SCOTCH EGGS


Ingredienti:
18 uova di quaglia a temperatura ambiente
aceto di vino bianco
500 g di lonza di maiale, macinata (o pasta di salsiccia)
3 foglie di salvia, tritate
scorza grattugiata di 1 limone non trattato
1/2 cucchiaino di senape in polvere (Colman's) o un pizzico di pepe di Caienna
sale  e pepe appena macinato
1 uovo di gallina (meglio 2)
farina di riso, q.b.
pangrattato di riso, q.b.
olio di arachide per friggere

Preparare il ripieno mescolando in una ciotola la lonza macinata con la salvia e la buccia di limone (detto per inciso: salvia e limone stanno benissimo con la carne di maiale). Condire con sale, pepe e un mezzo cucchiaino di senape in polvere, amalgamando con cura. Conservare in frigo. Portare a bollore dell'acqua in una casseruolina; immergervi, con delicatezza e usando un ramaiolo, le uova di quaglia, che devono essere tassativamente a temperatura ambiente, onde evitare crepature. Farle bollire per 2 minuti esatti, poi prelevarle con il ramaiolo e metterle in acqua e ghiaccio per bloccarne la cottura. Una volta fredde - questo è un consiglio di Michel Roux Junior - immergerle in una bacinella contenente aceto di vino bianco (il tipo meno costoso) e lasciarvele per circa 15 minuti. L'aceto ammorbidirà il guscio e sarà molto semplice pelare le uova. Una volta sgusciate, passarle delicatamente nella farina di riso; quest'operazione favorirà l'aderenza dell'impasto di carne. Prendere una noce di ripieno, appiattirlo con il pestacarne tra due fogli di pellicola. Appoggiarvi al centro l'ovetto e avvolgervi intorno l'impasto, sempre aiutandosi con la pellicola ed eliminando ogni eccesso. Continuare allo stesso modo fino ad esaurimento degli ingredienti. Immergere le "polpettine" nell'uovo battuto, condito con un pizzico di sale e di pepe, panandole nel pangrattato di riso. Ripetere l'operazione con tutte le uova a disposizione, poi metterle in frigo per una mezz'ora a compattare. Friggerle in olio profondo per 3 o 4 minuti,  finché appariranno dorate. I tempi sono importanti perché, una volta tagliato a metà l'ovetto,  si vuole evitare di vedere l'antiestetico alone verdastro circondare il tuorlo, segno lampante di un'eccessiva cottura.
Una volta pronte, far sgocciolare le uova su della carta da cucina, quindi disporle su un vassoio ricoperto da insalatina e servirle immediatamente. Sono buone sia calde che fredde, magari come protagoniste del primo pic-nic di primavera.
Annota bene: ovviamente, la farina e il pangrattato di riso possono essere sostituiti con farina e pangrattato normali.

mercoledì 26 marzo 2014

Tagliatelle con farina di ceci, gamberi e carciofi

La pasta all'uovo fatta con una parte di farina di ceci è saporita  ed ha una bellissima consistenza. In questa ricetta, si coniuga alla perfezione con dei teneri carciofi saltati in padella, dei gamberi insaporiti con la loro bisque e, per l'immancabile nota di colore, con dei pomodorini appassiti in forno.

TAGLIATELLE CON FARINA DI CECI, GAMBERI E CARCIOFI
(adattamento di una ricetta di Danilo Angè)

Ingredienti per 4 persone
Per la pasta:
225 g di farina 00
75 g di farina di ceci
3 uova

Per il condimento:
300 g di code di gamberi
250 g di pomodorini
1 mazzetto di timo
60 g di cipolla
3 spicchi d'aglio
4 carciofi con le spine
1 foglia di alloro
un pizzico di peperoncino
olio extravergine di oliva
sale e pepe

Preparare la pasta: setacciare le due farine facendole cadere sul tagliere; praticare un cratere al centro e rompervi dentro le uova. Cominciare ad amalgamare le uova con i rebbi di una forchetta, aggiungendo via via la farina. Impastare per qualche minuto, fino ad ottenere un panetto liscio e setoso. Avvolgerlo nella pellicola e farlo riposare almeno un'ora al fresco.
Preparare i pomodorini in questo modo: tagliarli a metà e adagiarli su una placca con la parte tagliata verso l'alto; cospargerne la superficie con alcuni pizzichi di sale, qualche presa di zucchero e una macinata di pepe. Profumare con il timo sfogliato  Far appassire in forno preriscaldato a 100°C per circa un'ora.
Sgusciare i gamberi e privarli del filo intestinale. Scaldare in un wok un goccio d'olio e farvi appassire la cipolla. Unire un paio di spicchi d'aglio, mezza foglia di alloro, un po' di timo. Unire le corazze dei gamberi e farle tostare per qualche minuto. Aggiungere 2 bicchieri di acqua bollente e lasciar ridurre, fino ad ottenere un quarto del volume iniziale. Passare al colino cinese.
Pulire i carciofi, tagliando le spine e gettando le foglie più coriacee. Tagliarli a metà, eliminando la barba centrale. Man mano che si puliscono, metterli in una bacinella d'acqua fredda acidulata con mezzo limone. Terminato il lavoro, asciugarli bene e tagliarli a  julienne. Scaldare nel wok un filo d'olio con l'ultimo spicchio d'aglio e mezza foglia d'alloro e farvi saltare i carciofi, a fiamma allegra, per 5 o 6 minuti, salando e pepando verso fine cottura.
Tirare la sfoglia ad uno spessore di circa 3 millimetri e formare le tagliatelle. Farle asciugare sul tagliere spolverato con della semola di grano duro.

Rosolare i gamberi  nel wok con un filo d'olio; salarli leggermente e unire i carciofi e la bisque di gamberi. Cuocere la pasta in acqua bollente salata; scolarla con il forchettone e farla saltare per qualche secondo nel sugo. Servire con i pomodorini appassiti, decorando con un rametto di timo fresco.


martedì 25 marzo 2014

Polpettine di ceci alle spezie

Ogni tanto, nella cucina quotidiana,  mi piace proporre un secondo piatto vegetariano;  in questo caso, faccio largo uso di spezie esotiche, che apportano quella vivacità di sapori che considero elemento essenziale per la riuscita della ricetta. I ceci lessati vengono frullati grossolanamente, incorporandovi poi della cipolla stufata con altri vegetali e delle spezie profumate, legando il tutto con l'uovo. Il passaggio nella farina di ceci rende le polpette croccanti e la cottura in forno ne favorisce la digeribilità.  Chiudendo gli occhi, vi sembrerà di assaggiare un samosa vegetariano senza l'involucro di pasta, ovviamente. Per questa preparazione mi sono ispirata ad una ricetta di Delia Smith pubblicata nel libro "Delia's Vegetarian Collection", modificandola un po'  sia nelle dosi che nel metodo di cottura. Particolare non trascurabile: il piatto è adatto ai celiaci.

                                                       POLPETTINE DI CECI ALLE SPEZIE

Ingredienti per 9 polpette
1 barattolo di ceci lessati (220 g peso sgocciolato)
1/4 di cipolla dorata, tritata
2 spicchi d'aglio, grattugiati
1/2 peperone verde, a cubetti
1 peperoncino rosso fresco, del tipo poco piccante, a cubetti
qualche rametto di coriandolo fresco
1 noce di burro
1 cucchiaio di olio extravergine + un extra
1 cucchiaino di semi di cumino
1 cucchiaino di semi di coriandolo
1 cucchiaino di curcuma in polvere
1 uovo
1 cucchiaio di yogurt greco
1 cucchiaino di scorza grattugiata di limone
1 cucchiaio di succo di limone
sale
farina di ceci per impanare le polpette
Innanzitutto tostare le spezie. Mettere i semi di cumino e di coriandolo in una padellina antiaderente e farli scaldare, su fiamma moderata, per qualche minuto. Trasferirli nel mortaio e pestarli fino a  ridurli in polvere. Tritare finemente la cipolla; tagliare a dadini il peperone verde e il peperoncino rosso. Scaldare in padella il burro con l'olio e farvi stufare, dolcemente, la cipolla e l'aglio per 3 minuti. Unire il peperone verde e quello rosso, continuando la cottura per 5'. Condire con le spezie tostate e la curcuma. Cuocere per 1 minuto, poi far raffreddare. Mettere nel mixer i ceci, precedentemente sciacquati e sgocciolati,  e il coriandolo fresco (gambi compresi). Azionare le lame ad intermittenza, fino a formare un composto non troppo fine. Mettere il ricavato in una ciotola; aggiungere  le cipolle stufate, lo yogurt, l'uovo, succo e scorza di limone,  un buon pizzico di sale. Amalgamare con cura, assaggiare e regolare di sale. Far riposare in frigo per un'ora, in modo da far consolidare l'impasto e favorire l'amalgama di sapori.
Accendere il forno a 180°C. Foderare una teglietta con carta forno, bagnata e strizzata. Con l'aiuto di un porzionatore da gelato, prelevare un po' di impasto e formare delle polpette, appiattendole leggermente ai poli e impanandole nella farina di ceci. Disporle nella teglia e irrorarle con un filo d'olio. Cuocerle in forno per una mezz'oretta, girandole a metà cottura.
Annota bene: le polpette, preparate in dimensioni minuscole, diciamo grandi quanto una biglia, possono diventare un ottimo snack da gustarsi con l'aperitivo. Si accompagnano bene con un'insalata di cipolle rosse.

INSALATINA DI CIPOLLE ROSSE
1 cipolla rossa
succo di 1 limone
1 cucchiaino di scorza di limone, grattugiata
qualche rametto di coriandolo fresco
sale
Affettare la cipolla ad uno spessore di circa 3mm. Metterla in una ciotola con il succo e la scorza del limone, un pizzico di sale e il coriandolo tritato. Far macerare per mezz'ora prima di servire.

Annota bene: l'aggiunta di qualche fragola a pezzi è una mia idea da non scartare.

lunedì 24 marzo 2014

Il riso dello zar

La ricetta di questo gustoso primo piatto la devo a mio cognato Marzio il quale, durante la nostra ultima vacanza insieme alle Canarie, oltre alle dosi e al procedimento, me ne ha raccontato la genesi. Negli anni '80,  era il direttore generale di un'importante industria birraria canadese e stava in trasferta per tutta la settima a Milano,  sede italiana della compagnia. Tutte le sere, ahimé, finiva di lavorare quasi alle dieci. A proposito, qualcuno mi dovrà spiegare, alla fine, perché i manager italiani devono rimanere in ufficio fino ad orari incompatibili con una normale vita familiare mentre i colleghi europei buttano la zappa molto prima, al punto che se chiedi di loro dopo le 17 non trovi nessuno a risponderti. Vabbe', dov'ero rimasta? Ah, dicevo... mio cognato usciva tardi dall'ufficio e, dopo qualche peregrinazione tra i ristoranti della zona con ancora la cucina aperta a quell'ora, aveva trovato un locale di riferimento dove era diventato un frequentatore assiduo. Una di quelle sere in cui era arrivato tardissimo, il cameriere gli chiese se si accontentava di questo "riso dello zar",  in quanto il piatto richiedeva un tempo limitato di preparazione. Marzio fu ben felice di assaggiarlo e ne rimase conquistato. Alla fine della cena, chiese la ricetta al cuoco il quale, come ogni chef che si rispetti, fu abbastanza avaro di dettagli ma, per sommi capi, ne dettò dosi e procedimento. Dopo qualche prova, il cognato arrivò a questa versione definitiva che è diventata un must nelle cene di casa Z. 
Due sono gli ingredienti che possono disturbare i puristi: la presenza, anche se in minima quantità, della margarina, e quella del riso parboiled, Uncle Ben's per intenderci . Anch'io, lo ammetto, ho dovuto superare un tabù: mia nonna parlava con un tale  disprezzo della margarina, ricordo confusamente che la collegava a certa persone di cui non aveva nessuna stima (a suo dire, non poteva venire niente di buono da gente che la adoperava) che mi deve aver lasciato l'imprinting. Eppure, secondo mio cognato, in questo piatto ha una sua ragione d'essere in quanto ha un gusto meno marcato del burro. Anche la scelta del parboiled ha il suo motivo: è poco permeabile ai grassi rispetto ad un riso Carnaroli e quindi il piatto risulta saporito senza aggiungere troppo condimento. Molta attenzione dev'essere posta nella scelta del salmone affumicato, che deve essere di ottima qualità, con un sapore delicato. Ora che conoscete tutti i segreti, non vi resta che provare a farlo.
IL RISO DELLO ZAR

Ingredienti per 4 persone
20 g di margarina con Omega3  (o burro)
1 filo d'olio extravergine dal gusto delicato, tipo quello del lago di Garda
70 g di scalogno
200 g circa di salmone affumicato, tagliato a dadini
300 g di riso parboiled
pepe bianco, appena macinato
1 bicchierino generoso di Vodka (Marzio consiglia la Moskovskaya)
erba cipollina, tritata, q.b.
prezzemolo, tritato, q.b.
un po' di scorza di limone grattugiata (mia aggiunta)
uova di lompo, a piacere

Tritare finissimo lo scalogno. Farlo stufare dolcemente per 5 o 6 minuti, a fiamma debole, con l'olio e la margarina. Dovrà risultare quasi impercettibile come consistenza ma sarà quello che darà la nota giusta al piatto.  Aggiungere un pizzico di erbe aromatiche e, dopo qualche secondo, il salmone a pezzetti. Sfumare quasi immediatamente con la vodka, fatta scaldare a parte. L'intento è quello di non stracuocere il salmone, che deve rimanere rosato. Nel frattempo, lessare il riso (Marzio consiglia di cuocerlo in un brodo leggero); scolarlo e farlo insaporire per qualche istante nel condimento. Ricordarsi di scaldare in forno il piatto da portata e i piatti individuali. Fuori dal fuoco, aggiungere le uova di lompo, il resto delle erbe profumate e la scorza grattugiata del limone. Mescolare delicatamente e versare nel piatto da portata.

Annota bene: Marzio dice che, con lo stesso intingolo, si può condire della pasta formato farfalle. 
La qualità del salmone è determinante per la riuscita del piatto. Non deve avere un sapore troppo invadente, né troppo salato: io consiglio il filet royal, cuore di salmone scozzese affumicato.

 

Salsa allo yogurt

La classica salsa allo yogurt che non può mancare come accompagnamento a pesci o carni affumicate. A volte la utilizzo anche  come condimento di certe verdure o nell'insalata di patate. La mia pianta di erba cipollina, dopo la spogliazione dovuta all'inverno, è già tornata rigogliosa e pronta ad offrire il suo profumato contributo alla tavola.

SALSA ALLO YOGURT

Ingredienti per una ciotolina
1 vasetto (170 g) di yogurt greco 0 % di grassi
1 cucchiaino di senape di Digione
scorza grattugiata di 1/2 limone, non trattato
un pizzico di sale
una macinata di pepe bianco
qualche ciuffo di erba cipollina, tritato con le forbici

Mescolare insieme tutti gli ingredienti, riservando un po' di erba cipollina come guarnizione. Conservare in frigo fino al momento dell'uso.


martedì 18 marzo 2014

Caviale di melanzane

Perché questa purea di melanzane venga chiamata "caviale" non l'ho mai ben capito, poiché non ne ha né il colore né il sapore, tuttavia è sempre uno snack apprezzato in casa nostra, specie al momento dell'aperitivo domenicale, quando non si vuole indulgere in cose troppo saporite o caloriche che rovinerebbero l'appetito. In questa occasione, ho cotto la melanzana con un paio di spicchi d'aglio in camicia i quali, oltre a profumare la cucina, una volta sbucciati hanno insaporito delicatamente il "caviale".
 
CAVIALE DI MELANZANE




Ingredienti per una ciotolina
1 melanzana tonda
2 spicchi d'aglio, piuttosto polposi
qualche rametto di timo
sale, pepe nero
olio extravergine di oliva
succo di limone q.b.
Accendere il forno a 180°C e foderare una teglietta con della carta alluminio. Lavare la melanzana, privarla del picciolo e tagliarla in quarti. Incidere ogni quarto con dei tagli in diagonale, senza arrivare alla base. Salare e pepare la superficie, inserendo nelle incisioni qualche rametto di timo. Irrorare con un goccio d'olio, mettendo accanto alla melanzana i due spicchi d'aglio, con la pelle. Cuocere per circa 30 minuti, o finché l'ortaggio sarà morbido e fondente, girando i pezzi a metà cottura. Togliere dal forno ed eliminare la buccia. Tritare finemente la melanzana con un coltello, aggiungendo la polpa degli spicchi d'aglio sbucciati che, cuocendo dolcemente in forno, avrà assunto un sapore amabile. Mettere in un setaccio a perdere l'acqua di vegetazione. Trascorsa un'oretta, rovesciare il ricavato in una ciotola; regolare di sale, profumare con qualche fogliolina di timo e una macinata di pepe, aggiungendo 2 cucchiaiate di olio extravergine e un po' di succo di limone, fino a raggiungere il giusto equilibrio di sapori. Far riposare 2 o 3 ore al fresco. Servire a temperatura ambiente, accompagnando con crostini di pane tostato, pane pita, crackers.

Altre varianti sul tema:

domenica 16 marzo 2014

Menu di domenica 16 marzo 2014

Una domenica che preannuncia la primavera, con un sole tiepido e un cielo azzurro e senza nuvole: quel cielo di Lombardia, così bello quand'è bello, così splendido, così in pace, per dirla con il Manzoni. Ho pensato di celebrarla con un menu per quattro persone, mettendo in tavola, come portata principale, un piatto un po' vintage ma molto gustoso: il riso dello zar, specialità di mio cognato Marzio. In settimana eravamo stati a trovare mia madre e, sulla via del ritorno, ci eravamo fermati presso il negozio "Le specialità lariane", a Campo, per comperare la loro squisita e rinomata trota salmonata affumicata, che è stata poi inserita, insieme al salmone affumicato, nella ricetta del riso. Curiosando tra i vari prodotti esposti, avevo visto nel banco frigo del petto di pollo affumicato, messo sottovuoto; seguendo i consigli della titolare, l'ho servito su un letto di spinacini, accompagnandolo con una salsina allo yogurt che ne stemperava amabilmente il sapore deciso. Per finire il dolcezza, una macedonia di fragole con il gelato e un buon espresso (per me aromatizzato alla vaniglia) con qualche quadratino di brownie.

Menu per 4 persone
Crostini di pane ai cereali con caviale di melanzane
Riso dello zar by Marzio
Petto di pollo affumicato con asparagi e salsina allo yogurt
Fragole macerate nel succo di mandarino tardivo con gelato alla vaniglia
Espresso e brownies alle mandorle
Cesarini Sforza millesimato, a tutto pasto

lunedì 10 marzo 2014

Insalata "Tenerife"

La combinazione di sapori di questa insalata  è un po' insolita ma gradevolissima. Il dolce della mela, reso pungente dall'aggiunta dello zenzero fresco,  si contrappone all'amarognolo dell'indivia riccia; la morbidezza del formaggio di capra si mescola alla croccantezza delle noci caramellate; le fettine di pomodoro apportano freschezza e la scorza essiccata d'arancia un lieve profumo. Il nome che le ho dato è un omaggio alla meravigliosa isola di Tenerife,  ed è proprio da un piatto gustato in un ristorante di Costa Adeje che ho preso l'idea per questa ricetta.

 INSALATA "TENERIFE"
Ingredienti per 4 persone
250 g circa di scarola riccia o un mix di insalatine
3 mele Golden
20 g di burro
2 cucchiai di zucchero di canna
2 cucchiai di succo di limone
1 cucchiaino di zenzero, grattugiato
1 manciata di gherigli di noce
1 o 2 cucchiai di zucchero semolato
bûche de chèvre, tagliato a rondelle, q.b.
pomodorini, tagliati a metà

scorza d'arancia essiccata e tritata, per decorare

Vinaigrette: 1 cucchiaio di senape di Digione, sale fino, pepe nero appena macinato, 1 cucchiaio di aceto di vino bianco, 3 cucchiai di olio extravergine. Mescolare la senape con il sale, il pepe e l'aceto. Aggiungere, a filo, l'olio, montando la salsa con l'aiuto di un piccolo frustino.

Sbucciare le mele, levare loro il torsolo e dividere ognuna in 4 spicchi. Tagliare ogni spicchio in 3 fettine. In una padella antiaderente, sciogliere il burro con lo zucchero di canna. Farvi saltare le mele per qualche minuto, bagnando con il succo di limone e qualche cucchiaio d'acqua calda. Appena si saranno leggermente ammorbidite, insaporirle con lo zenzero e dare ancora un minuto di cottura. Farle intiepidire su un piatto. Nel fondo rimasto in padella, caramellare i gherigli di noce, aggiungendo poco zucchero semolato. Metterli a raffreddare su un foglio di carta forno. Tagliare a rondelle il formaggio di capra; disporlo su un foglio di alluminio e farlo gratinare, per qualche minuto, sotto il grill rovente. 
Mettere al centro di ogni piatto un mucchietto d'insalata; disporvi intorno le fettine di mela, intercalando con le fettine di pomodoro. Appoggiare sopra l'insalata le fettine di chèvre caldo, completando con le noci caramellate e la scorza d'arancia essiccata. Condire con la vinaigrette (non occorre metterla tutta).

Annota bene: l'insalata, in piccole dosi, può essere servita come antipasto, mentre in quantità più generosa diventa un pranzo leggero.

 Isola di Tenerife - Costa Adeje - Febbraio 2014

sabato 1 marzo 2014

Halloumi con vinaigrette al lime e capperi

L'halloumi, il formaggio cipriota pressoché introvabile da noi, è protagonista in questa ricetta di Delia Smith, pubblicata nel libro "Delia's Summer Collection".  Una fresca vinaigrette ai capperi rende brioso questo piatto, che può essere considerato un antipasto ma anche un secondo leggero, se accompagnato da un'insalata. La prima volta, ho seguito fedelmente la ricetta (cosi come la vedete nella foto), passando il formaggio nella farina condita con sale e pepe e friggendolo nell' olio, ma mi sono resa conto che il risultato non mi convinceva, trovando inutile la frittura, operazione che appesantisce il sapore già deciso dell'halloumi. La seconda volta ho evitato questo passaggio, rosolando le fette in padella antiaderente caldissima senza nessun grasso. Secondo il mio gusto, l'esito è migliore ed è con questo modo di procedere che vi presento la ricetta. Annota bene: l'halloumi, questa volta, me lo sono fatto portare dal marito, di rientro da un viaggio di lavoro a Stoccolma. Che si deve fare per soddisfare  le manie culinarie di una moglie!

HALLOUMI CON VINAIGRETTE AL LIME E CAPPERI

Dosi sufficienti per 2 persone, se considerato come pranzo leggero, o 4 persone come antipasto

250 g di halloumi (formaggio cipriota)

Per la vinaigrette
1 lime, succo e scorza grattugiata
1 piccolo spicchio d'aglio, grattugiato
1 cucchiaino di senape all'antica
1 cucchiaino di aceto di vino bianco
2 o 3 cucchiai di olio extravergine
1 cucchiaio colmo di capperi, dissalati
un bel ciuffo di prezzemolo, tritato
pochissimo sale
una macinata di pepe nero

olive verdi e nere per accompagnare

Preparare la vinaigrette mescolando insieme tutti gli ingredienti con l'aiuto di una forchetta o di un frustino. Tenere da parte. Togliere l'halloumi dalla confezione, passarlo sotto un getto d'acqua fredda e asciugarlo nella carta da cucina. Tagliarlo in 10 fettine. Scaldare una padella antiaderente e metterci a scottare le fette di halloumi, cuocendole un minuto per parte (devono diventare un po' dorate). Trasferirle sul piatto di portata, ricoprendole con la salsa. Servire con del pane pita leggermente tostato, olive verdi e nere, una fresca insalatina. A parte, per chi lo desidera, si possono aggiungere degli spicchi di lime da spremere sul formaggio.